A giudicare dall’apertura annuale della caccia alla matricola, pare che l’Università italiana stia davvero diventando un’azienda: dal 3+2, infatti, è ormai passata al 3×2. Prendiamo l’ateneo di Bari, già protagonista de L’università truccata (2008) di Roberto Perotti: un economista così bravo che se gli chiedi “Sei Perotti?” ti risponde subito “Quarantotti”. Dopo essersi vista attribuire le peggiori percentuali di nepotismo e familismo di tutto il Medio Oriente, sin dall’anno scorso l’università di Bari ha avuto uno scatto di reni e ha deciso di rifarsi il trucco, prestando una bicicletta a ogni nuovo iscritto. Già che c’era, avrebbe pure potuto regalargliela: ma forse la matricola, appena iniziati i corsi, avrebbe preso la bici e si sarebbe imbarcato per l’Albania.

Le università private, che chissà perché uno s’immagina sempre messe meglio di quelle pubbliche, senza pensare che c’insegna pure Mario Monti, non si tirano certo indietro. Si sa, i bravi copiano mentre i geni rubano: come diceva Steve Jobs rubando la battuta a Picasso. Così, la Luiss di Roma, rubando l’ispirazione a Scienze della comunicazione di Teramo, che presta tablet con due gigabyte di traffico prepagato al mese, compensa i 9 mila euro annuali d’iscrizione prestando duecento tra pc e tablet agli studenti con i voti più alti. Per fortuna, però, la stessa Luiss minaccia poi i nuovi iscritti di abbonarli al Sole-24 ore: uno strumento di dissuasione così potente che si potrebbe sperimentarlo con chi corre ad arruolarsi nell’esercito del Califfato.

Le tecniche per acchiappare citrulli mimano così da presso le promozioni dei supermercati che uno si chiede se non stiamo assistendo a una mutazione dell’università italiana, tipo quella già subita dalle Ferrovie dello Stato o da Poste italiane. Spero vi sarete accorti che FFSS e Poste, da quando hanno trasformato stazioni e uffici postali in centri commerciali, non fingono neppure più di svolgere servizi per cui chiaramente non sono portate, come trasportare la gente e recapitare la corrispondenza, ma puntano direttamente sulla vendita di mutande firmate e di libri di Paolo Brosio. Gadget dopo gadget, temo che anche l’Università farà la stessa fine: sicché mi sto organizzando, e ho già prenotato il mio bel pullman per Medjugorie.

Articolo Precedente

Car pooling con i taxi per accompagnare i bambini a scuola. Progetto a Genova

next
Articolo Successivo

Università, è calo di iscrizioni: ‘Donne è arrivato lo sconto palestra’

next