Il primo grappolo d’uva della vendemmia 2014 è stato raccolto nella Franciacorta bresciana, a Coccaglio, lunedì 11 agosto con 10 giorni di anticipo rispetto al 2013; e questo nonostante il clima tutt’altro che estivo degli ultimi mesi. Ed ora che è stata sancita l’apertura dell’annata Coldiretti ha diffuso le sue previsioni sull’esito della raccolta nelle vigne di quest’anno: ciò che ne emerge è un quadro in chiaroscuro nel quale, anche a causa proprio del clima atipico della stagione, la quantità è destinata ad essere inferiore a dodici mesi fa quando la vendemmia era stata particolarmente ricca con un totale di 49 milioni di ettolitro di vino prodotto (per offrire un termine di confronto in Francia, nostra storica rivale del settore, la media degli ultimi 5 anni si è attestata sui 46,4 milioni).

Ma se i quantitativi dovrebbero registrare una flessione, la buona notizia è invece che la qualità media sarà decisamente alta. Sempre secondo Coldiretti infatti la produzione sarà destinata per oltre il 40% ai 332 vini a Denominazione di Origine Controllata (DOC) e ai 73 a Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG). Un altro 30% riguarderà i 118 vini a Indicazione Geografica Tipica (IGT) e il rimanente 30% quelli da tavola.

Numeri importanti non solo dal punto di vista agroalimentare ed enologico, ma con un preciso ritorno anche sul versante economico. La vendemmia 2014 coinvolgerà complessivamente 650mila ettari di vigne (dei quali 480mila DOCG, DOC e IGT) e oltre 200mila aziende vitivinicole: “La decisa svolta verso la qualità – fanno sapere dalla Coldiretti – ha messo in moto un percorso virtuoso in grado di conciliare ambiente e territorio con crescita economica e occupazionale, anche attraverso l’integrazione di categorie come giovani, donne e immigrati che in questo momento hanno maggiori difficoltà nell’accesso al lavoro”.

In base alle stime della Coldiretti la vendemmia attiva in Italia un meccanismo economico in grado di produrre 9,5 miliardi di euro di fatturato solo con la vendita del vino e che dà occupazione a 1,25 milioni di persone. Ogni grappolo raccolto nelle vigne coinvolge 18 settori di lavoro: dall’industria di trasformazione al commercio, dal vetro per bicchieri e bottiglie alla lavorazione del sughero per i tappi, fino a trasporti, accessori, enoturismo, cosmetica e bioenergie.

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