Sono partiti dalla regione di Mosca carichi di aiuti umanitari diretti verso l’est dell’Ucraina, ma non è detto che riusciranno a superare il confine. Sono i 280 camion inviati dalla Russia per portare viveri e generi di prima necessità nelle zone martoriate dallo scontro tra l’esercito ucraino e i ribelli filorussi. Secondo l’ex presidente ucraino Leonid Kuchma, che rappresenta il governo di Kiev nel ‘gruppo di contattò con Russia e Osce, la spedizione dovrebbe attraversare il confine nella regione di Kharkiv, controllata dalle forze ucraine. Ma Kiev ha avvertito: il convoglio non sarà ammesso nel Paese. Lo ha detto Anatoliy Chaly, stretto collaboratore del presidente ucraino Petro Poroshenko, sottolineando che i camion dovranno essere scaricati al confine. I beni, ha aggiunto, potranno essere trasportati in Ucraina da veicoli della Croce Rossa Internazionale. Keiv teme che l’ingresso di aiuti umanitari sia un pretesto per un’invasione dell’Ucraina orientale dove i separatisti filorussi sono accerchiati dalle forze governative. “Senza il formale, espresso consenso e autorizzazione del governo dell’Ucraina qualsiasi intervento umanitario sarebbe inaccettabile e illegale”, il commento del portavoce della Nato, Oana Lungescu.

Ieri il braccio di ferro Russia-Ue
Nella giornata di ieri Josè Manuel Barroso, presidente della Commissione Ue, aveva diffidato Vladimir Putin dal mettere in campo azioni militari unilaterali in Ucraina, dietro qualsiasi pretesto, incluso l’umanitario. La risposta del Cremlino era arrivata subito dopo, in una telefonata tra Putin e lo stesso Barroso: la missione umanitaria in territorio ucraino sarà condotta “in cooperazione con i rappresentanti del Comitato internazionale della Croce rossa internazionale”. Secondo l’ufficio stampa del Cremlino, Putin ha evidenziato “le conseguenze catastrofiche dell’operazione militare che le autorità di Kiev stanno portando avanti nelle regioni sud-orientali e la necessità di fornire immediatamente un aiuto umanitario nella zona di conflitto”. In serata è arrivato Kiev aveva aperto alla possibilità. Lo aveva fatto sapere l’ufficio del presidente Poroshenko, sottolineando che la missione è stata decisa in accordo con l’Ue, la Russia e altri partner internazionali, e ha il sostegno del presidente Usa, Barack Obama

Assedio a Donetsk, uccisi 6 soldati ucraini
Sei soldati ucraini sono stati uccisi e 31 sono rimasti feriti nelle ultime 24 ore. Lo fa sapere il portavoce del Consiglio di sicurezza ucraino, Andrii Lisenko, citato dall’agenzia Interfax.  Ieri lo stesso Lisenko aveva fatto sapere che  “per i civili è preferibile lasciare le città di Donetsk e Lugansk che stanno per essere liberate”. Secondo notizie diffuse dal consiglio comunale di Dontesk, tre civili sono stati uccisi dai proiettili d’artiglieria che si sono abbattuti sulla città nel fine settimana, mentre 16 sono rimasti feriti. Tra le strutture danneggiate dai bombardamenti vi sarebbero la reception di una clinica e un ospedale.

Bando agroalimentare, Ue valuta ricorso a Wto
L’Unione Europea sta valutando se presentare un ricorso all’Organizzazione Mondiale per il Commercio (Wto) contro il bando di un anno alle importazioni agroalimentari europee e americane imposto dalla Russia. Lo ha riferito un’alta fonte europea. “Riteniamo che non vi siano basi nella legge internazionale per questo tipo di misure di rappresaglia”, ha spiegato la fonte, aggiungendo che vi è l’intenzione di “valutare attentamente i pro e i contro del portare la questione di fronte al Wto”.  

Donetsk, razzo colpisce carcere: fuggono 106 detenuti
Un razzo ha colpito nella notte un carcere di alta sicurezza a Donetsk, nell’est dell’Ucraina, provocando una rivolta nella quale oltre 100 detenuti sono riusciti a scappare. Lo riferisce il portavoce del Consiglio comunale di Donetsk, Maxim Rovensky, aggiungendo che il razzo ha provocato la morte di almeno un prigioniero. Fra i detenuti fuggiti ci sono persone che erano in carcere per omicidio, rapina e stupro.  

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