Francesco Schettino si dice “dispiaciuto per il putiferio”, ma non si spiega l’ondata di indignazione nata dalla sua presenza ad un seminario organizzato da un professore della Sapienza di Roma, dove era stato invitato per ricostruire l’incidente della Costa Concordia. Un intervento che si è svolto lo scorso 5 luglio al circolo aeronautica Casa dell’Aviatore di Roma e che ha suscitato polemiche dentro e fuori al mondo accademico. Tanto da spingere il rettore dell’Ateneo, Luigi Frati, a deferire il docente che aveva organizzato l’incontro, Vincenzo Mastronardi. Non solo: Frati aveva anche definito “indegno ed inopportuno invitare un rinviato a giudizio per reati così gravi” ad un seminario universitario. Ma l’ex comandante non ci sta e risponde alle accuse. “Vorrei sottolineare il pulpito da dove proviene la predica. Per lui valgono i tre gradi di giudizio, come per me. Oppure no?”, ha detto l’ex capitano. Riferendosi a un articolo del Corriere della Sera, Schettino ha infatti sottolineato che “il magnifico rettore risulterebbe plurindagato. Qualora fosse vero – ha concluso – è veramente sconcertante venirne a conoscenza”. 

Schettino ha poi ribadito di essere stato chiamato in quanto conosce “l’incidente per filo e per segno” e durante il suo intervento, nel corso del quale “non c’è stata spettacolarizzazione”, si è “limitato a descrivere quel che è successo”. Riferendosi a Mastronardi dice di non conoscerlo e di essere stato invitato dall’ingegner Ivan Paduano, che in quell’occasione era il curatore della ricostruzione dell’evento critico della Concordia con l’aiuto della grafica in 3D. Dal canto suo, Paduano ha specificato che “l’invito a Francesco Schettino è partito dagli stessi legali di Schettino” e non da lui. Dopo la ricostruzione, l’ex comandante sostiene di aver semplicemente commentato le dinamiche dell’accaduto. “Non mi spiego quindi tanta indignazione – commenta l’ex capitano – se non come una volontà di allinearsi a una certa parte dell’opinione pubblica senza capire, o meglio senza conoscere, quello che è successo”. 

Sulla polemica si è espresso anche il sindaco dell’Isola del Giglio, Sergio Ortelli. Per il primo cittadino la lectio magistralis doveva essere tenuta dai cittadini dell’isola e non dall’ex capitano. “Questo fatto rappresenta un’ulteriore ferita alle famiglie delle vittime, con cui ancora oggi sono in contatto”, scrive il sindaco in un testo pubblicato da Giglionews. Ortelli ha poi ricordato che, mentre prosegue la querelle sul caso Sapienza, sono in corso le ricerche dell’ultima vittima, Russel Rebello. Un contrasto che “alimenta solo indignazione in tutti noi. Indignazione è, anzi, una parola che non rende ancora bene l’idea – ha precisato – Ha fatto bene il rettore della Sapienza a dare una pronta e ferma risposta. Mi domando quali potessero essere i risvolti educativi prodotti dall’esperienza di colui che rappresenta l’imputato di un processo penale”.

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