Telecom Italia perde colpi. Proprio nel mezzo delle battaglie per il futuro del gruppo in Brasile e per lo sviluppo della fibra in Italia, la società guidata da Marco Patuano presenta una semestrale che mostra chiari segni di rallentamento. E sull’offerta presentata da Telefonica a Vivendi per la filiale brasiliana Gvt, la nota della società non si sbilancia, sottolineando solo che “il consiglio di amministrazione ha esaminato le novità sulle attività di m&a (fusioni e acquisizioni, ndr) in corso in Brasile (…) e ha ribadito la valenza strategica delle attività dell’area, deliberando di proseguire l’approfondimento delle opzioni strategiche in Brasile”. Un tema che sarà evidentemente al centro del dibattito con gli analisti che vogliono approfondire le strategie del gruppo e sono particolarmente attenti anche al riassetto azionario in corso. Soprattutto alla luce di una semestrale che rischia di mettere in difficoltà anche Patuano, già messo in discussione nell’ultima assemblea dalla Findim di Marco Fossati.

Intanto dai numeri del periodo che va da gennaio a fine giugno emerge la difficoltà di Telecom sul mercato nazionale, che resta il centro dell’attività del gruppo. I ricavi del primo semestre 2014 sono scesi dell’11,2% a 10,55 miliardi con il giro d’affari domestico che si è fermato a 7,5 miliardi in flessione dell’8,2 per cento. In rallentamento sul fronte del fatturato anche le attività brasiliane (poco più di 3 miliardi, -1,8%). Frena il margine operativo (-7,6% a 4,35 miliardi) e calano gli investimenti industriali (-255 milioni) a 1,77 miliardi. Sale anche il debito che passa dai 26,8 miliardi di dicembre a 27,35 miliardi. In compenso la società riesce a chiudere il semestre in utile per 543 milioni e con un margine di liquidità a giugno di 12,8 miliardi, che permette la copertura delle scadenze oltre i prossimi 24 mesi. Per quanto riguarda l’Italia, il segmento consumer ha registrato un fatturatoin calo del 10,4% a 3,57 miliardi. “La diminuzione dei ricavi è principalmente attribuita ai ricavi dai servizi mobile (-276 milioni, -15,3%)”, spiega la nota della società, che evidenzia come la flessione dei servizi tradizionali, voce e messaggi, sia solo in parte compensata dalla crescita dell’uso di internet. In ribasso anche gli incassi del fisso (-7,1%, -157 milioni) a causa di un “effetto sostituzione fisso e mobile” solo parzialmente bilanciato dalla crescita del giro d’affari su internet. Situazione analoga registra anche il segmento business (-8,5% nel semestre a 2,4 miliardi) “nonostante l’efficacia delle azioni di difesa e sviluppo” sulla telefonia mobile.

Sull’affondo del socio Telefonica in Brasile, nell’incontro con gli analisti al quale ha partecipato anche il presidente Giuseppe Recchi, Patuano ha precisato che intende mantenere “tutte le opzioni aperte”. E ha poi aggiunto: “Non siamo interessati ad un’asta folle. Siamo stati sempre ragionevoli e lo faremo anche in futuro”. Alla domanda sulla tempistica di un aggiornamento sulla posizione di Telecom in Brasile, poi, l’amministratore delegato ha risposto “non siamo noi ad aver fatto partire il processo di M&A, ma qualcun altro lo ha fatto. Questo non modifica i nostri piani, né i tempi in cui operiamo”, ricordando che in questa fase le speculazioni si moltiplicano. Il quotidiano Il Sole 24 Ore del 6 agosto, ad esempio, ha riferito che Telecom Italia ha già preso contatto nelle scorse settimane con alcune banche (Credit Suisse e Banco Bradesco) per una eventuale controfferta per la filiale locale di Vivendi, Gvt. I tempi però’ sono stretti dal momento che la proposta d’acquisto depositata da Telefonica sul tavolo di Vivendi scadrà il 3 settembre.

Intanto le grandi manovre sono iniziate anche sul fronte nazionale. Dove sembra favorevole: se Telefonica dovesse uscire dalla partita Telecom cedendo l’8,3% a Vivendi, la famiglia Berlusconi potrebbe tornare ad accarezzare il vecchio progetto, mai decollato, di un’alleanza Mediaset-Telecom. Con un nuovo alleato: il presidente del gruppo media francese, Vincent Bolloré, che di recente ha incontrato ad Arcore Pier Silvio Berlusconi. L’operazione, però, è una strada assai complessa da percorrere se prima non si trova un soluzione per la rete dell’ex monopolista nell’ambito di un più complessivo progetto per la banda ultralarga del Paese. Piano in cui punta ad avere un ruolo di primo piano la Cassa Depositi e Prestiti di Franco Bassanini.

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