“Napule è…na lastra ‘e amianto e nisciuno fa l’impianto!”

La legge regionale che sana e legittima, per la ennesima volta, gli abusi edilizi in regione Campania, comprese quelli in zona rossa vulcanica, per essere ben compresa quale ennesimo regalo alle ecomafie, come ha appena dichiarato il Presidente della Commissione Ambiente della Camera, On. Ermete Realacci, va considerata in relazione ai pur non recenti dati dello smaltimento dei rifiuti speciali della Regione  Campania, report ISPRA 2012,  non ancora aggiornato.

Il report è di estrema chiarezza nell’illustrare l’ennesimo crimine ambientale e sociale appena realizzato a danno dell’intero popolo campano. (allegato)

Risulta infatti che in regione Campania, a fronte di una produzione, in costante decremento, di rifiuti solidi urbani pari a 2.545.445 tonn/anno (2013), la produzione di scarti dell’edilizia, classificati rifiuti speciali inerti non pericolosi, (ad eccezione quindi del micidiale amianto), nel 2010, pur in assenza delle leggi incentivanti l’edilizia attualmente vigenti, era pari a ben 2.912.953 tonnellate/anno tutti provenienti dal settore delle costruzioni edilizie (tavola 6, report ISPRA 2012 rifiuti speciali).

Con un atto di fede purissimo, la regione Campania da decenni vuole credere che il totale di questa eccezionale quantità di scarti (legali) dell’edilizia sia sempre riciclato intraregione al 100%.

Lo stesso report ISPRA 2012, attesta infatti che, mentre in regione Veneto compaiono ben 68 discariche a norma per il corretto smaltimento di tali rifiuti inerti non pericolosi, la regione Campania, per lo smaltimento legale degli scarti dell’edilizia non riciclabili, disponeva nel 2010, (e non ci risulta che ad oggi sia stata colmata con urgenza questa gravissima lacuna), di  zero, e sottolineo zero, discariche a norma dichiarate per rifiuti inerti non pericolosi, caso pressocché unico in Italia (report ISPRA 2012 rifiuti speciali tabella 2.64).

In sintesi, in Campania si costruisce tantissimo da sempre, l’abusivismo edilizio è ai vertici nazionali dal dopoguerra, specie nelle zone di grande pregio naturalistico e in piena zona rossa vulcanica, ma la Campania non ha, e continua a non volere, un minimo di impiantistica legale e controllata per il corretto e controllato smaltimento di questa quantità eccezionale di scarti dell’edilizia, ormai maggiore di quasi 500mila tonnellate l’anno della quantità prodotta di tutti i rifiuti urbani.

Tutti gli scarti dell’edilizia finiscono quindi, obbligatoriamente, per essere gestiti illegalmente dalla camorra imprenditrice, la più avida, efficiente e tragica malavita italiana, organizzata per la distruzione totale del territorio da essa stessa controllato, come abbiamo ormai ben appreso da “Terra dei Fuochi  e dei Veleni”.

Non è mai stato un caso o una isolata smania criminale, ma una ultradecennale precisa strategia industriale, rimpinzare i migliori terreni agricoli di scarti dell’edilizia, ivi compreso il micidiale amianto come ormai dimostrato e confessato in innumerevoli processi e da ormai diversi camorristi pentiti. Siamo costretti a ripetere che, mentre persino i camorristi si pentono, i politici, e questa legge ne è la ennesima dimostrazione, non si pentono mai!

In questi giorni  siamo tutti contenti che non sono risultati interrati rifiuti radioattivi in Campania, ma tutti i tecnici come me sanno che i rifiuti radioattivi sversati non sono certo quelli a lungo decadimento del principio radioattivo (come quelli provenienti dalle centrali nucleari), ma sono quelli a breve tempo di decadimento dell’isotopo radioattivo, e quindi certamente assenti in terreni a documentato sversamento in decenni passati, legati allo scorretto smaltimento di rifiuti ospedalieri, sempre presenti in tutti gli sversamenti tossici accertati.

Questa presenza costante nei tombamenti tossici è anch’essa dovuta alla totale assenza di qualunque tipo di impianto regionale efficiente e controllato per smaltire le circa 16mila tonnellate l’anno di rifiuti ospedalieri campani, specie quelli provenienti dall’esorbitante numero di laboratori privati autorizzati all’uso medicale di isotopi radioattivi.

In assenza di impianti idonei ma di necessità di smaltimento, è ovvia deduzione comprendere da dove arrivino realmente quei rifiuti radioattivi tanto temuti e per fortuna assenti, ma che, se cercati in fase di raccolta del rifiuto urbano sovrapposto, hanno fatto scoprire ben 11 camion dell’ASIA di Napoli radioattivi

Come sfuggito a tutti, la legge regionale appena approvata amplia in Campania numero e laboratori autorizzati all’utilizzo di isotopi radioattivi a scopo medicale, e questo sempre senza disporre, in Campania, di un solo impianto regionale per lo smaltimento legale di rifiuti ospedalieri, non affidato ad un trasporto extraregionale sempre privo di tracciabilità certa.

E cosa dire del micidiale amianto che ormai troviamo dappertutto in Campania, tranne forse che nei luoghi di lavoro? Non esiste e non si vuole fare, nonostante la presenza di autentici disastri ambientali  come la Isochimica di Avellino, nessun impianto finale valido per la inertizzazione e il definitivo smaltimento dell’amianto.

Per creare tanto disastro, ci sono voluti decine di anni di voluta mancata programmazione regionale di impianti per il corretto smaltimento di rifiuti speciali, industriali, tossici e ospedalieri. Di questo sono responsabili diretti tutti i partiti politici al potere in questi anni, di destra e di sinistra. E suona molto ipocrita sentir tuonare oggi anche i partiti di cosiddetta opposizione in Campania, co responsabili comunque, nei decenni precedenti, di tanto grave disastro impiantistico e quindi di danno certo alla salute pubblica, costruito scientificamente con mancati controlli e mancata corretta informazione al popolo campano. 

Questa ennesima scellerata legge, prosegue e completa soltanto la linea di disastro gestionale programmata scientificamente in regione Campania negli ultimi venti anni, come urlano a gran voce coloro che la hanno approvata, e non hanno tutti i torti.  La camorra imprenditrice ringrazia e mostrerà con un congruo numero di voti, come sempre, la propria gratitudine.

Persino il nostro carissimo Pino Daniele è stato tratto in inganno, quando ha diffuso con le sue note amarissime, il clamoroso falso gestionale che ha distrutto l’immagine di un intero popolo: “Napule  e’ na carta sporca e nisciune se ne importa!” . Da molti anni ormai  “Napule è na lastra ‘e amianto e nisciuno fa l’impianto ! Tu smaltiscilo in campagna: si bonifica e si rimagna!” .

 

Articolo Precedente

Piste ciclabili Cagliari: perché non risparmiare con il celeste?

next
Articolo Successivo

Terremoti e trivelle in Emilia Romagna, tutti i dubbi di Science

next