“Non accetteremo che un immigrato prenda il posto di lavoro di un italiano”. Non sono le parole pronunciate da un esponente della Lega Nord, ma del ministro dell’Interno Angelino Alfano, al termine del Comitato nazionale per l’ordine pubblico e la sicurezza convocato ieri (venerdì 1 agosto) nella prefettura di Caserta. Una frase su cui interviene il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, durante le celebrazioni del 34esimo anniversario della strage di Bologna: “Non credo che il problema possa essere impostato dicendo ‘o noi o loro’, noi abbiamo bisogno di fare in modo che cresca il lavoro, crescano lo sviluppo e l’occupazione”. Per il ministro per affrontare seriamente la questione immigrazione serve invece “un ragionamento che, con le leggi e dentro le regole, in maniera ordinata e coerente” costituisca “una risposta che riguarda i cittadini italiani e tutti quei cittadini che in Italia ci sono, secondo le leggi”.

Anche Sinistra ecologia e libertà attacca: “Non sappiamo se le affermazioni del ministro dell’Interno Angelino Alfano siano più stupide o razziste. Dire che un migrante non può prendere il lavoro a un solo italiano è il sintomo di una politica becera che alza i toni solo per fare facile propaganda in un momento di estrema difficoltà economica”. I senatori dichiarano i senatori Loredana De Petris, Giovanni Barozzino, Massimo Cervellini, Peppe De Cristofaro, Alessia Petraglia, Dario Stefàno e Luciano Uras che hanno presentato anche un’interrogazione in merito. 

“Chiediamo – continuano gli esponenti di Sel – al Presidente Renzi di smentire al più presto le parole del Ministro Alfano che danno un’impronta chiaramente xenofoba e razzista al suo governo”.

La riunione di ieri in prefettura segue la richiesta dei sindaci del litorale domizio dopo la rivolta degli immigrati scoppiata il 13 e 14 luglio e l’incontro al Viminale. Tornando alle parole di Alfano, il leader Ncd ha aggiunto che “il contrasto dell’immigrazione clandestina è una priorità del governo e l’Italia deve evitare la ripetizione di quanto è accaduto a Castel Volturno, dove lo squilibrio nel rapporto tra le Comunità di residenti ed immigrati ha prodotto la rottura”. Alfano ha poi confermato la presenza dei rinforzi (80 agenti) nel Casertano, e di aver chiesto ai vertici delle forze dell’ordine di verificare la disponibilità per l’assegnazione di altri uomini e boccia l’idea dell’impiego dei militari, una misura non gradita ai sindaci sulla base dell’esperienza del 2008. Ma per il ministro degli Interni il territorio casertano ha tutte le potenzialità per un “vero rinascimento”, dopo aver “sconfitto i Casalesi, aver sequestrato i loro patrimoni, ed aver costretto i loro capi al regime del 41 bis”.

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