“Grande, Silvio Berlusconi. E grande Gianni Lettieri”. Nella fresca serata del 27 maggio 2011 tra le note di ‘o Surdato Innammorato un entusiasta Gigi D’Alessio, a braccetto con il Cavaliere primo ministro, lanciava la volata all’imprenditore napoletano avversario di Luigi de Magistris nella corsa alla poltrona di sindaco di Napoli. Una volata perdente, chi ricorda più quel concerto in una piazza del Plebiscito mezza vuota, segnale eloquente di una Napoli che ribolliva di rabbia e delusione e avrebbe premiato di lì a poco la speranza di rinnovamento incarnata da de Magistris? Rieccolo, D’Alessio. Stavolta sorride affianco a de Magistris nella sala delle cerimonie di Palazzo San Giacomo. Il sindaco annuncia che il concertone gratuito di Capodanno ritornerà in piazza del Plebiscito, e D’Alessio rivela che ci sarà anche lui, che “canterà per la città, che è ora di restituire qualcosa a Napoli che mi ha dato tanto”.

L’evento sfodera una sfilza di sponsor: sarà trasmesso in diretta da RTL 102.5 in contemporanea con Canale 5, sul canale 36 del digitale terrestre e sul 750 su Sky. Sotto il profilo della promozione dell’immagine di Napoli, nulla quaestio. Da Berlusconi a de Magistris il salto è carpiato con doppio avvitamento, ma il cantante non si scompone a chi osa fare una domanda sul punto: “Io sono un cantante, e fare il cantante è come avere una salumeria. Canto dove mi chiedono di andare a cantare. La musica deve unire e non dividere”. L’ironia corre sui social network insieme ai link del concerto di D’Alessio con Berlusconi. La riassume un fulminante post del giornalista di fanpage.it Ciro Pellegrino: “Da Manu Chao a Gigi D’Alessio. La rivoluzione arancione è tutta qui”.

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