“Noi non eravamo disperati. Eravamo disillusi. Non credevamo più in nessuno. Abbiamo bussato a migliaia di porte, ma tutte sono rimaste chiuse. E adesso, in confronto a quello che ho passato in questi 36 anni, il carcere è niente”. Inizia così il colloquio tra Sergio Ruggeri, l’uomo di 76 anni rinchiuso dallo scorso aprile nel carcere di Regina Coeli a Roma per il duplice omicidio del figlio disabile e della moglie gravemente malata, e la deputata Pd Ileana Argentin, prima firmataria del progetto di legge sul “Dopo di Noi”, per garantire un futuro dignitoso ai disabili gravi dopo la morte dei genitori (leggi e firma la petizione).

L’incontro, avvenuto in una sala del carcere, ha svelato alcuni aspetti della vicenda di questa famiglia, lasciata sola dalle istituzioni con il dramma della disabilità e della malattia. “Sergio Ruggeri mi ha raccontato che la moglie implorava affinché lui ponesse fine alle loro sofferenze. Madre e figlio avevano un legame viscerale” riferisce Argentin. “‘Tu non ci vuoi bene. Se ci volessi bene, lo faresti’, gli diceva. E alla fine, lui l’ha fatto. Ma non avrebbe mai ucciso se lei non glielo avesse chiesto con insistenza“. Ileana Argentin, affetta lei stessa da una grave patologia neuromuscolare, conosceva Sergio e il figlio Alessandro già prima del dramma. Li incontrava spesso, abitando nello stesso quartiere, e diverse volte si fermavano a parlare. Ad attanagliare le giornate di Ruggeri era la paura del “dopo”: cosa sarebbe successo a quel figlio alla morte di entrambi i genitori? Chi lo avrebbe seguito, curato, amato dopo di loro? Preoccupazioni, queste, che angosciano circa il 15 per cento delle famiglie italiane e riguardano oltre 2 milioni e 600mila disabili gravi.

Per rispondere a un evidente vuoto legislativo, Argentin si era già fatta promotrice nelle scorse legislature di una proposta di legge, ma senza vederla mai promulgata. Il drammatico epilogo della famiglia Ruggeri l’ha spinta a lanciare una petizione online su Change.org, “Urgentemente una legge sul #Dopodinoi”, per chiedere l’accelerazione dell’iter legislativo e l’approvazione della legge entro il prossimo 3 dicembre, giornata mondiale della disabilità. Nel giro di poco tempo, la petizione ha superato quota 75mila firme e ricevuto il sostegno anche della Presidente della Camera Laura Boldrini. “La proposta ha iniziato il suo iter in Commissione Affari Sociali della Camera lo scorso giugno e ora siamo sorprendentemente a buon punto”, racconta Argentin. “La discussione è già finita e questa settimana iniziano le audizioni, dopodiché arriveremo al testo unico”.

La proposta di legge punta all’istituzione di un fondo, con risorse pubbliche e private, in grado di finanziare programmi di intervento affidati a onlus riconosciute e progetti di costruzione di case famiglia o di altre soluzioni in cui introdurre gradualmente la persona disabile nel corso della vita. Insegnamenti sulla gestione autonoma di alcuni aspetti della vita quotidiana costituiscono un altro punto importante. Previste anche agevolazioni fiscali e forme di detrazione per i privati che stanzieranno fondi per il medesimo obiettivo. “E’ una legge urgentissima, perché di famiglie in queste condizioni ce ne sono davvero tante e casi come quello della famiglia Ruggeri possono succedere ovunque” aggiunge Argentin. “Soprattutto d’estate, poi, è necessario che i servizi territoriali pongano un’attenzione maggiore: in questi mesi si riducono gli assistenti, il servizio civile si interrompe, le figure di riferimento cambiano. E molte volte gli assistenti sono più utili alla famiglia che a noi”.

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