Sull’eutanasia, se il Parlamento italiano è “non pervenuto”, quello britannico no. E’ importante notarlo, magari segnandosi un appuntamento importante per cambiare le cose anche da noi: il 12-13 settembre 2014.

Ma partiamo dal Regno unito. E’ in discussione la proposta di legge di Lord Falconer sul suicidio assistito (Assisted Lying Bill). Entro fine mese dovrebbe esserci la discussione finale presso la House of Lords, essendo ferma anche nella commissione competente.

Un editoriale dell’autorevole  British Medical Journal (Bmj) auspica che la legge venga approvata: “Speriamo che i nostri timidi legislatori siano all’altezza della sfida”. I principali giornalisti del Bmj hanno offerto così un formidabile endorsement sostenendo il principio, largamente condiviso, della autonomia: “La gente dovrebbe poter esercitare ogni scelta relativa alla propria vita, compreso il come e quando morire, se la fine della vita è comunque vicina”.

Una posizione più moderata è quella del più conservatore Times per cui la proposta di legge “ha dei difetti ma merita una seconda lettura”; nel dettaglio il quotidiano rileva che i più grandi difetti stanno nella definizione di malattia terminale. “Al fine di garantire che la legge non sia usata dalle persone semplicemente quando “si sentono giù”, il diritto sarà ristretto a chi ha una malattia con prognosi infausta inferiore ai sei mesi. Tuttavia, l’aspettativa di vita stimata, anche per pazienti gravemente malati, è notoriamente difficile. Altra mancanza sta nel fatto se sia giusto insistere sull’auto-somministrazione del farmaco letale”.

Ultimo, in ordine di tempo, è l’Economist, molto chiaro nell’esporre la sua posizione: “Questo giornale sostiene la legalizzazione del suicidio assistito. Come fanno, secondo i sondaggi, oltre i due terzi degli americani e dei paesi dell’Europa occidentale. Voi potreste meravigliarvi del fatto che la maggioranza dei  governi non garantisca il diritto ad una morte dignitosa”.

No, noi ci meravigliamo che in Italia non ci sia un minimo dibattito, al di là delle posizioni che si vogliano assumere. Come Carlo Lizzani, Mario Monicelli e Michele Troilo, ogni giorno in media quattro malati terminali si suicidano nei modi più atroci. L’eutanasia clandestina è anche questo.

Il 13 settembre, oltre 67.000 cittadini depositarono una proposta di legge per l’eutanasia legale, il testamento biologico e l’interruzione delle terapie. Da allora, i Parlamentari non hanno fatto assolutamente nulla: né un’audizione, né un dibattito. Per impedire che i Parlamentari la smettano di girare la testa dall’altra parte, ecco due appuntamenti ai quali invitiamo chiunque voglia essere con noi:

– 12 settembre, girotondo con Mina Welby attorno a Governo e Parlamento: dalle 9 di mattina alle 21: scrivici per farci sapere da che ora a che ora potrai essere presente per accompagnare Mina;

– 12-13 settembre, centocittà dell’eutanasia legale e il biotestamento: davanti al Comune o alla Prefettura della tua città per chiedere ai Parlamentari la discussione della legge e ai Comuni l’attivazione del registro dei testamenti biologici.

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