salgari-corsaribermudeSpesso nelle interviste o alle presentazioni dei miei romanzi mi viene chiesto quali sono gli scrittori che mi hanno ispirato. La carrellata degli inarrivabili è piuttosto lunga, da Graham Greene a Yasmina Khadra, da Paco Ignacio Taibo II a Tom Robbins… C’è però un nome che non manca mai ed è quello di Emilio Salgari.

Salgari è il grande amore, lo adoravo quando ero bambino, continuo a leggerlo oggi, lo leggo a mio figlio (il suo pupazzetto, un pirata, si chiama Yanez), spero che lui lo leggerà per i fatti suoi fino a tarda età e che lo faccia sempre sentire un ribelle.

Pochi autori come l’immobile (fisicamente) Emilio sono capaci di assorbirmi così totalmente nella lettura. I suoi mondi sono i mondi di tutti i sognatori, di tutto quelli che in modo forse un po’ ingenuo continuano a non seguire la rotta. In un mondo letterario dove si presta, spesso, più attenzione al personaggio mediatico che alla qualità del libro Salgari farebbe bene a molti, non dovrebbe mai passare di moda. Il suo avventuroso antimperialismo universale dovrebbe essere il baluardo, il rifugio su cui imbastire la rivoluzione culturale che sconfiggerà la globalizzazione, le banche, il debito pubblico, le capigliature da mohicani dei ragazzini semianalfabeti, la rabbia ottusa dei razzisti, le pubblicità di tette e culi, lo smog pestilenziale dei raccordi autostradali.

Edizioni della Sera (e dovrebbe farlo ogni editore grande e piccolo, dovrebbero farlo gli insegnanti nelle scuole, dalle elementari all’università) ha da poco ripubblicato un romanzo salgariano: I corsari delle Bermude, il primo titolo di Edizioni della Sera Junior, collana I Classici Junior (Curatore dell’opera Francesca Bompadre).

Il libro fu scritto nel 1909, due anni prima del suicidio di Salgari, testo che apre il Ciclo dei corsari delle Bermude ambientato nell’omonimo arcipelago ai tempi della guerra di indipendenza americana (circa cento anni dopo le avventure de Il Corsaro Nero). Il nobile William Mac-Lellan e la ciurma della Tuonante sono uomini di mare che hanno votato il loro navigare alla pericolosa missione di salvare la donna amata dal baronetto, Mary di Wentwort. Per poter fare ciò dovranno abbracciare la causa dei coloni americani in guerra con gli oppressori inglesi.

In questo romanzo William Mac-Lellan ha subito un grave torto che ha mutato il corso della sua vita. Il marchese d’Halifax, l’arrogante e cinico fratellastro, gli ha sottratto la donna amata, Mary di Wentwort. Egli, che ha sangue francese nelle vene, ha rinnegato la sua patria adottiva (il Regno di Gran Bretagna) per vendicarsi, ponendo la sua spada e la sua nave, la Tuonante, a servizio della causa americana. Il giovane Baronetto sa, infatti, che la sua amata si trova proprio a Boston, tenuta dagli inglesi, e cinta d’assedio dagli insorti americani. Egli lascia la sua corvetta nel porto come appoggio alle navi americane e con una lancia tenta di raggiungere il forto per liberare la fanciulla. Lo accompagnano, nell’audace impresa, due singolari personaggi: il mastro d’equipaggio Testa di Pietra, un bretone tutto d’un pezzo e rotto a tutte le astuzie, e il giovane gabbiere Piccolo Flocco. Nonostante l’infuriare dell’assedio William Mac-Lellan sa che il momento è propizio per passare inosservato. Gli inglesi sono impegnati a respingere il nemico e a mantenere il controllo della popolazione che minaccia di sollevarsi trovandosi con poco cibo e scarsa acqua. Ma, come sempre avviene nei romanzi di Emilio Salgari, ogni progetto ha i suoi imprevisti. L’impresa, contrastata da circostanze altamente drammatiche, risospinge l’avventura salgariana in alto mare, in una guerra corsara contro navi inglesi che tentano di forzare il blocco. Mentre gli insorti americani riescono vittoriosi (il presidio inglese di Boston è infatti costretto ad arrendersi) meno felice è l’epilogo della vicenda privata di William Mac-Lellan. Il marchese d’Halifax sembra vincere e con la sua prigioniera scompare all’orizzonte con una veloce fregata.

Ma la battaglia finale è solo rimandata al secondo libro del ciclo: La crociera della Tuonante,romanzo che spero venga ripubblicato quanto prima.

Abbiamo tutti bisogno di Emilio Salgari e delle sue parole. Abbiamo bisogno di viaggiare, pensare. Sentirci liberi. Giocare.

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