Ha ucciso il figlio adottivo di cinque anni nel sonno, soffocandolo con un cuscino. Il padre del piccolo, 47 anni, è affetto da un disturbo psicotico atipico che, stando a quanto accertato dagli investigatori, lo porta ad ingigantire le sue paure e le sue ansie. Una patologia che il Tribunale dei Minori dell’Aquila, responsabile della pratica di adozione, dice di non essere mai stato al corrente.  “Non sussistevano elementi da cui avremmo potuto ipotizzare patologie psichiatriche dell’uomo, di cui era invece attestato il pieno equilibrio psico-fisico”, scrive Cecilia Angrisano, in qualità di Presidente facente funzioni del Tribunale.

I due coniugi giovedì sera sono andati a dormire verso le 22,30; poi la donna attorno all’una di notte ha sentito dei rumori e si è svegliata, notando il marito camminare nella stanza. E’ andata subito in camera del bambino ed ha sentito che era già freddo. La prima ad intervenire nell’abitazione è stata una vicina di casa, studentessa in medicina, chiamata dalla madre per aiutarla a soccorrere il figlio. Il personale del 118 non ha potuto fare altro che constatare il decesso ed allertare la Polizia.

I Carabinieri hanno subito notato lo strano atteggiamento del padre: l’uomo non piangeva e non mostrava alcun disagio emotivo. Ascoltato in Questura come testimone, l’uomo poco dopo ha ammesso le sue responsabilità, prima davanti agli agenti e poi davanti al pm e al suo avvocato. La madre, che in un primo momento era rimasta lucida, una volta in Questura è crollata ed ha avuto delle crisi. Dagli accertamenti dei Carabinieri, sembra che la notte precedente si era verificato un episodio particolare: il bambino stava dormendo nel lettone con i genitori, quando il padre ha iniziato a strattonarlo convinto che stesse male. La madre a quel punto si è svegliata ed ha tranquillizzato il marito. Domani sarà disposta l’autopsia sul corpo del bambino.

Per il sindaco di Pescara, Marco Alessandrini, non ci sarebbero stati segnali premonitori. “Non risultano segnalazioni relativamente alla famiglia, né episodi che avrebbero potuto allarmare sul comportamento dei genitori”, ha fatto sapere il primo cittadino. “È un epilogo che lascia tutti senza parole”. La coppia era infatti seguita dai servizi sociali, ma solo perché aveva un figlio in adozione. “Umanamente, e nel rispetto delle famiglie che ricorrono all’adozione di bambini, oltre a ulteriori approfondimenti sul caso in questione”, ha concluso il sindaco, “spero che i controlli su queste pratiche diventino ancora più sensibili”.

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