Formaggio senza latte, vino senza uva e cioccolato senza cacao. La galleria degli orrori alimentari non è fantascienza ma quanto troviamo sugli scaffali dei nostri supermercati per effetto delle scelte dell’Unione Europea. Allucinanti novità nel piatto che hanno snaturato anche gli alimenti più comuni, denuncia la Coldiretti: “Nell’Unione del rigore dei conti si consentono invece trucchi ed inganni nel momento di fare la spesa con l’appiattimento verso il basso della qualità alimentare anche a danno di Paesi come l’Italia che possono contare su primati qualitativi e di sicurezza alimentare” ha detto il presidente Roberto Moncalvo.

Qualche esempio? Una mozzarella su quattro in vendita in Italia è stata ottenuta con semilavorati industriali, le cagliate, che vengono dall’estero senza alcuna indicazione in etichetta per effetto della normativa europea. L’Unione consente pure che possa essere incorporata polvere di caseina e caseinati nei formaggi fusi, al posto del latte. E cosa dire del simil-grana low cost? Nell’Unione Europea sono in vendita imitazioni del Parmigiano Reggiano e del Grana Padano senza alcuna indicazione di provenienza e con nomi di fantasia che ingannano i consumatori. E le importazioni di questi prodotti in Italia sono raddoppiate negli ultimi dieci anni con gli arrivi da Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Estonia e Lettonia per un quantitativo stimato di 83 milioni di chili.

Poi c’è il vino allo zucchero: l’Ue consente ai Paesi del Nord Europa di aumentare la gradazione del vino attraverso lo zuccheraggio, da sempre vietato nei Paesi del Mediterraneo e in Italia. Per non farci mancare nulla, si può anche optare per il vino in polvere: l’Europa permette infatti la vendita di pseudo vino ottenuto da polveri contenute in wine-kit che promettono in pochi giorni di ottenere le etichette più prestigiose con la semplice aggiunta di acqua. Si calcola che nel territorio europeo vengano consumate 20 milioni di bottiglie all’anno con etichette di vini italiani ottenute in questo modo.

In quanto alla carne, la legislazione comunitaria consente per alcune categorie la possibilità – continua la Coldiretti – di non indicare l’aggiunta d’acqua fino al 5%. E per alcuni prodotti, come würstel e mortadella, questa indicazione può essere addirittura elusa. Più di due prosciutti su tre consumati in Italia, inoltre, sono ottenuti da maiali stranieri ma il consumatore non lo sa perché in etichetta non è obbligatorio indicare la provenienza. E intanto l’allevamento italiano conta 615mila maiali in meno nel 2013.

Infine, l’Unione Europea ha imposto all’Italia di aprire i propri mercati anche al cioccolato ottenuto con l’aggiunta di grassi vegetali diversi dal burro di cacao. Per concludere questo menu di schifezze ci mancava proprio un bel pezzo di cioccolato senza cacao.

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