I territori di montagna sono un po’ come le genti che li abitano. Duri e arcigni in superficie, ma che si rivelano in realtà straordinariamente generosi a chi decide di avvicinarli e conoscerli. Una ricchezza che si esprime anche in una vasta gamma di prodotti e sapori spesso poco conosciuti al pubblico che non vive in quota ma che offrono abbinamenti culinari insoliti assolutamente da provare. Ed è proprio per valorizzare questo patrimonio che il noto chef Norbert Niederkofler del ristorante “St. Hubertus” di San Cassiano (Bolzano), in Alta Badia, ha lanciato il progetto di ricerca gastronomica “Cook the Mountain”, coinvolgendo altri otto chef di fama internazionale.

Un percorso articolato, nato da un’idea di alcuni anni fa e che si svilupperà in vista dell’Expo 2015, dedicato proprio alla nutrizione. L’obiettivo è quello mettere in primo piano i territori montani con un approccio multidisciplinare. Non si tratta infatti solo di cucina di alto livello che sfrutta anche ingredienti apparentemente poveri e poco appetibili come bacche, erbe e radici, ma anche di una sensibilizzazione sul loro corretto utilizzo nel rispetto della stagionalità e delle loro caratteristiche nutritive.

Il tutto per dar vita a pietanze amiche della salute e che “raccontino” i diversi territori d’alta quota. Un risultato composito da raggiungere coinvolgendo esperti anche di altri campi e creando un vero e proprio network internazionale comprendente pure agricoltori, allevatori, alpinisti, naturalisti, sociologi e imprenditori, tutti accomunati dal loro legame con aree dominate da imponenti vette. Gli chef coinvolti da Niederkofler provengono da diverse parti del mondo e possono offrire al progetto un respiro realmente internazionale. Si va da Roland Trettl, esponente della cucina altoatesina, a Giancarlo Morelli, chef del ristorante “Pomiroeu” di Seregno (Monza e Brianza), fino al talentuoso peruviano Virgilio Martinez che lavora a Lima valorizzando i prodotti delle Ande, alla chef slovena Ana Ros, a Rodolfo Guzman del “Boragò” di Santiago del Cile, a Josean Alija del “Nerua” al Guggenheim di Bilbao e ad Alfio Ghezzi della “Locanda Margon” (Trento). A completare questa prestigiosa compagine c’è poi Eleonora Cunaccia, fondatrice di un’azienda trentina specializzata in erbe montane.

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