I test di medicina, anticipati rispetto al passato, si sono svolti lo scorso aprile tra le solite polemiche. Assegnavano in totale 10.551 posti nei vari atenei del Paese. Ma non tutti i vincitori del concorso possono gioire. Perché le graduatorie scorrono più a rilento del previsto. E una data spaventa gli aspiranti medici italiani: il decreto pubblicato dal ministero a febbraio prevede la chiusura delle liste entro il primo ottobre 2014. Una vera e propria tagliola: dopo quella data, anche i posti non assegnati andranno persi. E sono in tanti a temere che, con questi ritmi, alla fine dei giochi gli immatricolati saranno meno dei 10.500 previsti.

Gli studenti rimandano la scelta. E il sistema va in tilt – Il meccanismo di iscrizione concepito dal ministero con i nuovi test su scala nazionale è abbastanza complesso. Dopo la pubblicazione dei risultati, a un candidato si presentano diverse opzioni. Può risultare assegnato se risulta vincitore nella prima sede da lui indicata (e quindi ha l’obbligo di iscriversi immediatamente, entro quattro giorni). Può risultare prenotato se risulta vincitore in una delle altre sedi da lui indicate. Oppure rimanere “in attesa” se è fuori dai posti a disposizione. Le graduatorie scorrono ogni settimana, sulla base di immatricolazioni e rinunce. Ma tanti studenti preferiscono aspettare, nella speranza di risalire e guadagnare l’accesso alla sede preferita. E questo manda in tilt il sistema: nella seconda settimana di giugno, ad esempio, ci sono stati solo 40 assegnati e 2.350 prenotati. Il problema sta soprattutto nell’alto numero di idonei a cui il ministero ha concesso di indicare ben 72 preferenze: il risultato delle combinazioni possibili è troppo alto e impedisce di concludere il processo in tempi rapidi.

Il nodo delle doppie immatricolazioni – A questo si aggiunge un altro fattore determinante. In negativo: quello delle doppie (o addirittura triple) immatricolazioni. Ci sono studenti che risultano presenti sia nelle graduatorie del Miur che in quelle di alcune università private. Nelle liste del San Raffaele, ad esempio, ci sono 112 nominativi che figurano anche in quelle nazionali. Di questi, solo 31 hanno già comunicato la propria rinuncia, mentre 46 sono registrati come “assegnati” e 13 come “prenotati”. Di sicuro non potranno iscriversi a due facoltà contemporaneamente. Ma nulla li obbliga a risolversi subito per l’una o l’altra. Così, se tutti dovessero rinunciare a ridosso del primo ottobre, ecco che centinaia di posti potrebbero non essere riassegnati. Stesso discorso per quegli studenti che nel 2013 erano risultati vincitori in una sede non di loro gradimento: alcuni stavolta hanno superato i test per la sede preferita e si sono immatricolati, ma avendo già frequentato il primo anno, quando gli atenei lo consentiranno passeranno direttamente al secondo. Liberando altri posti che rischiano di andare persi.

Per il ministero tutto regolare – Per il futuro si potrebbe aumentare la frequenza dell’aggiornamento delle liste, ridurre il numero delle sedi da indicare o limitare gli scorrimenti. Ma intanto c’è da risolvere la situazione relativa al prossimo anno accademico. Centinaia di ragazzi, che vedono in bilico il loro futuro, affollano i forum specializzati. Tanti hanno scritto al ministro Stefania Giannini. Alcuni (sono già oltre 700 le firme) hanno anche dato vita a una petizione in cui sollecitano l’intervento delle istituzioni: in particolare chiedono la reintroduzione della “conferma d’interesse”, uno strumento che, adottato in extremis, l’anno scorso aveva accelerato il processo di assegnazione. Ci si aspettava che quest’anno venisse confermato da subito. Così non è stato e da viale Trastevere escludono di farlo anche nelle prossime settimane. Fin qui le risposte alle sollecitazioni dei candidati sono state abbastanza evasive. A ilfattoquotidiano.it, il ministero ha assicurato che “la graduatoria procede secondo i suoi tempi naturali, senza impedimenti”. La speranza degli studenti è che questo ottimismo sia fondato. E che al primo ottobre i 10.551 posti risultino effettivamente tutti assegnati, dal primo all’ultimo.

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