Google fornisce i dati sul fatturato pubblicitario all’authority delle comunicazioni. Ma subito dopo fa ricorso al giudice amministrativo contro la richiesta. Il motore di ricerca, che insieme agli altri big di internet è già nel mirino degli editori italiani convinti che sfrutti le maglie larghe della legislazione per eludere il fisco, si arrocca in difesa. Secondo quanto riporta l’Adnkronos, l’Agcom aveva chiesto di conoscere il suo fatturato pubblicitario per l’Informativa economica di sistema (Ies) che serve a compilare il Sistema integrato della comunicazione (Sic), figlio della Legge Gasparri. Il colosso americano ha mandato i dati, che comunque nel paniere del Sic sono andati sotto la voce “pubblicità online” senza essere disaggregati, ma poi si è rivolto al Tar.

I dati, che l’Autorità per le comunicazioni ha pubblicato nel marzo scorso, sono riferiti al 2012. Il Sic, in cui rientrano stampa, web, cinema e pubblicità, ha raggiunto ricavi complessivi per 19 miliardi di euro, in flessione del 6,2% rispetto ai 20 miliardi del 2011. La fetta riconducibile alla pubblicità online ammonta a 1,5 miliardi, a fronte di 672 milioni nel 2011, e rappresenta il 7,89% sul totale. Non è stato invece reso disponibile il dato esatto sui ricavi pubblicitari di Google, ma stando alle stime il suo fatturato in Italia si aggirerebbe intorno agli 800 milioni di euro l’anno.

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