I segreti di un campione. Messi sta trascinando un’Argentina apatica e stanca avanti nel Mondiale. Le sue intuizioni, i suoi dribbling, il suo fiuto per il gol sono armi ipnotiche che smontano anche le guardie più ostinate come quelle svizzere.

La domanda che dovrebbero porsi tutti gli allenatori/formatori che operano nelle Scuole Calcio è se queste qualità siano trasferibili. E’ possibile costruire il bagaglio motorio e cognitivo del pluri Pallone d’Oro? Quanti meriti ci sono, ad esempio, nella Cantera del Barcellona nell’avere negli anni coltivato il suo talento?

Per scoprirlo abbiamo voluto vivisezionare un’azione di Messi nell’ultima sfida vinta con la Svizzera. Mentre Mascherano riceve la palla a metà campo, il numero 10 argentino si defila alla spalle di Inler e Behrami. Un movimento senza palla dove indica al compagno dove vuole la palla: addosso (parola chiave corto) e nel corridoio tra i due centrocampisti del Napoli (parola chiave dentro). La conseguenza è il passaggio di interno piede del compagno (Fig. 1).

Mentre la palla sta arrivando Messi esegue una rotazione del corpo per aprirsi l’angolo di gioco (parola chiave apri) a tal punto da poter attaccare lo spazio alle spalle di Behrami già col primo tocco di palla. La conseguenza è un controllo orientato verso quel pertugio con l’interno del piede opposto, anzi con l’avanpiede (Fig. 2).

Messi a quel punto entra in dribbling tra due avversari per aprirsi un corridoio verticale indicato dal compagno di squadra Higuain con un movimento tra i difensori svizzeri (parola chiave dentro) e sulla sulla direzione di corsa (parola chiave lungo). La conseguenza è un passaggio filtrante di esterno sinistro, un gesto tecnico difficilmente leggibile dagli avversari (fig. 3).

Questa lettura codificata di un’azione di gioco ci insegna due cose. Innanzitutto che i gesti tecnici sono funzionali a risolvere una precisa problematica momentanea. Per cui i nostri allenatori/formatori dovrebbero sempre insegnare la tecnica individuale in situazione di gioco richiamabili in gara (dal modello prestativo al modello formativo, e viceversa). La seconda che i movimenti dei giocatori rappresentano un linguaggio non verbale chiaro. Saperlo significa creare intesa e sincronia. Impararlo con le parole chiave permette di accelerare questo processo. Prima viene la capacità percettiva e cognitiva di leggere la situazione di gioco, poi trovata una soluzione si arriva all’esecuzione tecnica.

Morale: per un Messi che ha certe doti innate che tutti stiamo ammirando in questo Mondiale, ci sono migliaia di ragazzi che hanno bisogno di essere aiutati. I nostri allenatori/formatori hanno queste competenze? Sanno valorizzare e modellare il talento dei calciatori di domani? Chi forma i formatori e ne valuta gli standard operativi? A mio avviso finché non ci daremo delle risposte a queste domande andremo sempre più alla deriva, lontanissimi dalle prestazioni che stiamo sfoggiando le nostre antagoniste europee, un tempo considerate di seconda fascia come Belgio, Svizzera per non parlare di Olanda o Germania, avanti anni luce.

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