Tocca al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e al ministro degli Esteri Federica Mogherini gettare acqua sul fuoco: “Con la Germania non c’è nessun problema”. Ma le loro parole sembrano avere lo stesso effetto di un bicchiere d’acqua su un incendio. Perché lo scontro che è divampato tra la Bundesbank e il governo italiano è il più grave dal 2012, da quando dalla Buba demonizzavano lo scudo anti spread voluto dal governo Monti. A 24 ore dal discorso pronunciato dal premier italiano Matteo Renzi all’europarlamento di Strasburgo e la dura condanna della politica di austerità, era stato il presidente della banca centrale tedesca Jens Weidmann a schernire il presidente del Consiglio: “Fare più debiti non è il presupposto della crescita“. E ancora: “Il premier italiano dice che la fotografia dell’Europa è il volto della noia e ci dice cosa dobbiamo fare”. La replica di Palazzo Chigi è piccata e arriva stretto giro: “Se la Bundesbank pensa di farci paura forse ha sbagliato paese. Sicuramente, ha sbagliato governo”. Ma subito Padoan e Mogherini si affrettano a minimizzare la guerra di frecciate e ironie che si consuma sullo sfondo di due modi diversi di concepire l’Europa e il suo futuro. Il primo a stemperare è il ministro dell’Economia: “Non c’è nessun problema con la Germania. Ieri ho avuto un lungo colloquio con il mio amico Schaeuble. Non c’è nessun problema”. Poi è il turno del titolare degli Esteri: “Non c’è una crisi diplomatica, c’è un filo diretto tra Italia e Germania, tra me ed il ministro degli Esteri Steinmeier e tra Matteo e Angela Merkel”.

Nonostante il botta e risposta il premier rimane convinto che la cancelliera tedesca voglia aprirsi alla flessibilità per incrementare la ripresa in tutta Europa. “La Merkel – ragionano gli esperti in Europa del Pd – ha interesse ad avere un rapporto con Renzi, altrimenti l’Unione con chi la manda avanti”, riporta la Repubblica. L’analisi tiene conto della debolezza politica del presidente francese Hollande e dell’isolamento del premier britannico Cameron. Per ora però rimangono solo 48 ore ad alta tensione tra i due paesi. A innescare la scintilla era stato proprio Renzi nel suo discorso per l’inizio della presidenza italiana in Europa: “Noi non chiediamo di cambiare le regole, ma diciamo però che rispetta le regole chi si ricorda che abbiamo firmato insieme il patto stabilità e crescita. Senza crescita l’Europa non ha futuro”. Un chiaro atto d’accusa contro la politica economica della Germania lanciato davanti a tuta l’Europa. Uno smacco per il capogruppo del Ppe a Strasburgo Manfred Weber (esponente della Csu, alleato della Cdu della Merkel) che in sostanza aveva dato a Renzi dello scolaretto: “L’Europa è forte se gli Stati fanno i compiti a casa” e “rispettano le regole di bilancio nuovi debiti non creano futuro ma lo distruggono: l’Italia ha il 130% di debito, dove prende i soldi?”.

Di sicuro Renzi può contare sul completo appoggio del presidente della Repubblica Napolitano. Il capo dello Stato ha sottolineato che il risanamento dei conti deve essere accompagnato “all’imperioso obiettivo di rilancio della crescita”.

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