Infinita come il mare. Infinita come la voglia di rimettersi in gioco dopo aver perso ad appena 14 anni una gamba a causa di un osteosarcoma, un tumore maligno primitivo dell’osso. Infinita come la voglia di cambiare le cose anche quando il destino non ti aiuta. Quella di Salvatore Cimmino è una storia infinita, che non conosce limiti e supera i confini del tempo. Una di quelle che si ricorderà per sempre. Storia di vita e di sport. Di forza e di coraggio. Nessun record da battere, ma solo una sfida da vincere. La sfida contro le barriere architettoniche e mentali che impediscono a chi ha disabilità di andare oltre. Ma non di guardare oltre. Oltre l’orizzonte, dove il cielo incontra il mare.

Il 50enne originario di Torre Annunziata ha portato a termine il suo giro per i mari del mondo, concludendo la sua ultima tappa, la “Manhattan Island Marathon Swim”, nuotando con una sola gamba per 54 km, in 9 ore 34 minuti e 46. Aiutato dalle braccia e soprattutto dalla testa. Dalla consapevolezza che per arrivare fino in fondo ci vuole mente e cuore. “È un progetto iniziato nel 2010 in Israele e nato per abbattere tutte le barriere architettoniche e mentali che impediscono ancora oggi l’integrazione nella società delle persone con disabilità“, dice Cimmino, come riportato dall’Ansa.

L’atleta del Circolo Canottieri Aniene, romano d’adozione, ha cominciato a nuotare a 41 anni su consiglio di un amico medico per alleviare il dolore alla schiena. Nel 2006 la sua prima gara, 22 km da Capri a Sorrento, per poi continuare l’anno successivo il giro d’Italia da Trieste a Genova, poi d’Europa e dal 2010 il giro del mondo, concluso proprio con la maratona di Manhattan, dopo non poche difficoltà a causa del mare mosso e delle correnti forti. Una storia recentemente raccontata dallo stesso Cimmino in una conferenza Onu.

“Aver avuto questa possibilità – continua l’atleta – mi ha dato ancora più forza per proseguire su questa strada, la quale spero possa contribuire ad abbattere il muro che separa la società civile dal mondo della disabilità”.
Perché per lui, uomo coraggioso e sportivo vero, è proprio questa la sfida delle sfide. La sfida più grande. Più grande di ogni distanza. Più grande di qualunque fatica. Più grande di qualsiasi altra impresa. “L’impresa di scalfire le coscienze dei governanti del mondo affinché legiferino a favore dell’integrazione delle persone con disabilità, favorendo lo sviluppo della mobilità, l’inclusione nel mondo del lavoro e nella scuola, l’accesso alle nuove tecnologie”. “In una parola – conclude Salvatore Cimmino – affermare il diritto di cittadinanza“. 

Per continuare a nuotare. Per continuare a correre oltre le barriere. Per continuare a guardare al di là dell’orizzonte. Dove il cielo incontra il mare. Dove finisce il mondo e inizia un’altra storia. Una storia infinita.

Foto: www.salvatorecimmino.it

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