Ieri il Consiglio Regionale della Lombardia ha approvato a maggioranza un documento urgente che impegna la giunta di Roberto Maroni a trovare una data per festeggiare, nel territorio della Regione, la festa della famiglia naturale, una famiglia “fondata sull’unione tra uomo e donna“. L’opposizione è uscita dall’aula per protesta e il documento è passato con i voti dei soliti Lega, Ncd, Forza Italia, Lista Maroni e Fratelli d’Italia.

Nella mozione urgente si legge, tra le altre cose, che il governo regionale esprime “la propria opposizione a qualunque tentativo di introdurre nell’ordinamento giuridico disposizioni normative tali da alterare la stessa struttura della famiglia, comprimere i diritti dei genitori all’educazione dei propri figli, ignorare l’interesse superiore dei minori a vivere, crescere e svilupparsi all’interno di una famiglia naturale”.

Ecco un atto assolutamente stupido e incostituzionale.

E’ stupido perché, in un momento in cui la nostra società dovrebbe essere più inclusiva, fare proclami a favore di un tipo di famiglia rispetto alle altre, che pure esistono nel panorama della nostra società, pagano le tasse (e quindi lo stipendio di questi signori) e dovrebbero quindi essere riconosciute, quantomeno nel loro semplice essere parte dell’ampio panorama sociale che ormai caratterizza anche l’Italia al pari di altri Paesi, è del tutto inopportuno e anzi inutile.

Non esiste la famiglia, ma esistono le famiglie. Questo è un fatto.

Riconoscere le unioni tra persone dello stesso sesso destrutturerebbe la famiglia? Certamente no. In che modo un’eventuale legge che disciplini situazioni umane né patologiche né illegali, ma che si svolgono nel pieno rispetto dei diritti di libertà sanciti dalla Costituzione, dovrebbe scardinare la famiglia? Non si capisce. Come si fa a dire alle decine di migliaia di bambini delle famiglie omogenitoriali che la loro condizione è in qualche modo patologica? Ci vuole non solo tanto coraggio, ma anche una buona dose di malafede, considerata anche l’ampia e recente letteratura esistente sull’argomento.

Quello del governo lombardo è inoltre un provvedimento incostituzionale, perché comunica un messaggio per cui ci sono famiglie che meritano una festa – come se di feste non ne avessimo già abbastanza, in un Paese che fino a due anni fa si dichiarava pronto ad eliminare pure quelle già esistenti, in nome della crescita economica e del lavoro – e famiglie relegate nell’ombra e alle quali non si presta attenzione.

Che razza di legislatore è quello che discrimina sulla base della “naturalità” di un concetto tanto fluido come quello di famiglia, favorendo una parte della società, che neppure si comprende quanto ancora risulti statisticamente maggioritaria, rispetto al resto?

Le baggianate che la mozione riporta in premessa, poi, fanno quasi sorridere, se nel loro complesso non ci ricordassero che non c’è mai fine al peggio. Si dice che, se entrasse in vigore la legge contro l’omofobia, chi si dichiarasse contrario al matrimonio tra persone dello stesso sesso finirebbe automaticamente in galera. Chiunque abbia un minimo di dimestichezza con i concetti giuridici sa che questo non è possibile, non è accaduto in nessun Paese civile con una legge simile, e non accadrà mai.

Ed è ben strano che politici che si professano cattolici mettano per iscritto bugie simili. Non lo sanno che mentire è peccato? E mentire in politica, ancora peggio? 

 

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