Innazitutto la qualità. E per trovarla, a livello accademico, ci si deve spostare al Nord. Almeno secondo la nuova classifica del Sole 24 Ore, che ha messo in fila gli atenei italiani attraverso alcuni indicatori, ampliati rispetto alle precedenti edizioni, che prendono in considerazione per metà la didattica e per il restante 50 per cento la ricerca. E in base a questi ha assegnato lo scettro a quelle considerate “migliori”. Il risultato dello studio vede un podio localizzato tutto al Nord e una medaglia d’oro condivisa: al primo posto la classifica generale degli atenei vede infatti piazzarsi Verona e Trento, seguite dal Politecnico di Milano. Un gradino sotto, e quindi fuori dal medagliere, si trova l’università Alma Mater di Bologna, considerata la più antica del mondo occidentale, seguita da Padova. Per arrivare ad incontrare un’università del centro Italia bisogna aspettare il sesto gradino della classifica, con l’università delle Marche.

Le prime dieci università statali
Nelle prime dieci posizioni, secondo la lista generale, si piazzano anche Venezia Ca’ Foscari, l’università Bicocca di Milano, quella di Siena e il Politecnico di Torino, ultima nella top ten. Tra le romane solo 29esima l’università Sapienza, 37esima Roma Tre, mentre Tor Vergata, secondo ateneo della capitale, risulta solo 42esima. E se il Nord si aggiudica quasi tutte le prime posizioni, il sud dal punto di vista dell’istruzione non brilla. Il primo ateneo che si incontra è quello di Salerno, in 23esima posizione, mentre l’Orientale di Napoli si piazza appena sopra Roma Tre, nella 36esima casella. Fanalini di coda risultano, rispettivamente al 60esimo e al 61esimo gradino, Palermo e Napoli Parthenope.

Le università private
Classifica a parte per gli atenei privati. Tra questi, le “punte di diamante” si trovano comunque al Nord e parlano entrambe milanese. Secondo i criteri indicati dal quotidiano economico, infatti, è il San Raffaele ad aggiudicarsi la palma di migliore, seguito a ruota dalla Bocconi. Il bronzo spetta alla romana Luiss, mentre l’ultima posizione in questa lista è quella dell’Università europea, con sede sempre nella Capitale.

Il metodo
La classifica generale segue un metodo scientifico e si basa sulla media del punteggio acquisito dalle strutture, secondo nove criteri basati sull’attività di didattica (attrattività, cioè l’appeal che l’ateneo ha verso studenti di regioni differenti a quella in cui ha sede; sostenibilità, basata “sul numero di docenti nelle attività di base e caratterizzanti per ogni corso di laurea”; stage; mobilità; borse di studio internazionali; dispersione, cioè la percentuale degli immatricolati iscritti al secondo anno in quella stessa università; efficacia e soddisfazione, secondo il giudizio dei laureati e infine occupazione) e di ricerca. E in un’Italia dove nel confronto con l’estero l’università è spesso accusata di insegnare molta teoria tralasciando proprio l’inserimento nel mondo del lavoro, secondo il criterio denominato “stage”, basato cioè sulla percentuale di crediti ottenuti in stage sul totale, è la Piemonte Orientale quella da considerare più virtuosa.

Criteri di ricerca
Per quanto riguarda i canoni della ricerca, infine, a farla da padrone sono la capacità degli atenei di attrarre fondi esterni, i giudizi ottenuti dai prodotti di ricerca nella valutazione Anvur e, sempre secondo questa valutazione, i giudizi ottenuti dall’alta formazione. E secondo i parametri dei prodotti di ricerca il podio è equamente distribuito in tutta Italia: i primi tre posti sono infatti dell’università di Macerata, poi Salerno e infine Verona, prima in generale.

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