“Credo che al ministero quest’anno siano stati abbastanza gentili e comprensivi: le tracce della prima prova sono in linea con i programmi e c’è davvero qualcosa di bello da scrivere”. Se potessero ascoltarle, le parole di Maurizio Maggiani, scrittore vincitore del Premio Strega 2005, forse rassicurerebbero almeno un pochino i circa 500mila studenti che si stanno confrontando con la prima prova dell’esame di Stato. Come spesso accade, l’autore scelto per l’analisi del testo non era uno dei nomi in pole-position nel tototema. Quest’anno è toccato a Salvatore Quasimodo e alla poesia “Ride la gazza nera sugli aranci”.

“È una poesia bellissima, straordinaria, scritta benissimo. Fare l’analisi di questo testo, però, è un esercizio di ginnastica mentale non semplice per un ragazzo, bisogna avere una certa elasticità mentale, perché dipinge un mondo che non c’è più del quale un diciottenne non conosce neppure l’esistenza. I ragazzi non sanno che cos’è una zagara, ad esempio, e sono sicuro che non sappiano riconoscere una gazza. Io sono un fan di Ungaretti, avrei preferito che il ministero scegliesse lui, che è molto più comprensibile per un giovane, perché lui stesso è stato un ragazzo per tutta la sua vita. Quasimodo era un uomo adulto, pieno di nostalgie”. Nessuna nostalgia, invece, per la decisione dell’anno scorso di proporre un autore vivente. “Io sono all’antica – spiega Maggiani – penso che i classici o si studiano a scuola, o poi non si fanno da nessun’altra parte. Forse qualche studente potrà incontrare Magris un giorno, ma finito l’esame cosa sarà di Quasimodo?”.

Plausi anche per la frase di Renzo Piano. “Bello anche il tema sulle periferie, anche se io credo che non diventeranno mai pezzi di città, non esiste nemmeno un piano regolatore nazionale. E poi penso che anche i centri siano il futuro”. Ma gli studenti saranno in grado di confrontarsi con questo tema? “Gran parte dei ragazzi vive nelle periferie senza afferrarne il concetto e nessuno gli ha mai raccontato come questi luoghi potrebbero essere diversamente. Spero che una volta terminata la maturità Piano vada nelle periferie a spiegare le sue proposte di cambiamento, questo aiuterebbe davvero gli studenti”, suggerisce Maggiani. Poi la pervasività delle nuove tecnologie. “Beh, questo è assolutamente facile per ogni ragazzo! – spiega ridendo Maggiani – basterà che parlino di loro stessi. C’ è da pensare che verrà preferita all’analisi di Quasimodo. Peccato però.” Infine l’Europa. Sempre presente nelle quotazioni del totoesame, si è presentata ai maturandi sotto forma di confronto tra il Vecchio continente nel 1914 e nel 2014. “Anche questo è bello, ma – aggiunge caustico riferendosi agli insegnanti – alla portata degli studenti solo se la prima Guerra mondiale è stata spiegata bene in classe. Nell’ Europa del 1914 i paesi colonialisti erano al collasso e c’era un impero, quello ottomano, da spartirsi insieme alle risorse del futuro. Quindi il parallelo con la nostra Europa in crisi è palese. C’è da chiedersi cosa si spartiranno ora… – conclude lo scrittore, che aggiunge – io avrei fatto questo”.

E la traccia su violenza e non violenza nel ‘900? “Dov’era la non violenza nel 900? È stato il secolo più violento dell’umanità e poi il concetto di non violenza ha tante sfumature: Gandhi è l’esempio più luminoso di questo periodo, ma ha accettato di sporcarsi la mani stringendole a Mussolini e a Hitler in base al principio maoista, squisitamente politico, che non importa di che colore sia il gatto purché si mangi il topo. Comunque al di là delle tracce scelte, l’esame di Stato è un cardine. È un evento fondamentale della vita come il matrimonio, uno di quei momenti che contano. In bocca al lupo a tutti i ragazzi”.

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