Conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri n° 20Lo dicevo alla mia coinquilina, il sabato del Roma Pride: “Se il mercato si accorge di noi, siamo a buon punto”. E glielo dicevo perché avevamo in mano l’acqua Vitasnella, che ha fatto da sponsor all’appuntamento romano. Con buona pace di chi smetterà di bere quella marca.

Poi è stata l’ora della Findus, con la sua pubblicità in cui compare una coppia gay. Premetto da subito che lo spot in sé non mi ha entusiasmato, ma solo perché penso che ce ne siano di più belli. Lo reputo comunque un passaggio molto importante, in quanto un marchio che sa di casa porta nelle case italiane un altro tipo di famiglia. Ed è giusto che sia così, e si rassegni di chi, tra uno strepito su Facebook, qualche lettura silenziosa contro la lotta all’omofobia e uno scazzo su Twitter, dichiara che non mangerà mai più bastoncini di pesce.

Quindi vengo a sapere che Barilla è entrata in Parks, la rete di aziende a favore delle persone Lgbt. Una scelta che suona come un vigoroso cambio di passo, dopo le dichiarazioni di nemmeno un anno fa del presidente della multinazionale, il quale dichiarava: mai spot con i gay, mangino pure un’altra pasta. E se ne facciano una ragione sentinelle in piedi o inginocchiate che siano, giornaliste sposate e sottomesse ed ex deputati dem che hanno ancora qualche problema a superare il complesso edipico.

Ai marchi citati possiamo aggiungere: Ikea, Apple, la pasta Garofalo e molti altri ancora. Perché di certo pecunia non olet e a quanto pare, secondo la vulgata – ma non è poi così – i gay spendono di più. Ma è anche vero che il costume è cambiato e le industrie non affiderebbero mai le proprie sorti economiche a una pubblicità che eleva a modello ciò che viene considerato come oggettivamente sbagliato. Insomma, l’Italia si sta svegliando e il cambiamento sta venendo innanzi tutto dal basso, grazie all’azione delle associazioni e al quotidiano di milioni di persone Lgbt che vivono, lavorano, producono, offrono servizi e pagano le tasse in mezzo a quella maggioranza che impara poco a poco che non c’è nessun mostro in agguato pronto a mangiare bambini (come un tempo gli iscritti al Pcus), imporre divorzi forzati alle coppie regolarmente sposate e a fare il lavaggio del cervello agli/lle adolescenti tra i banchi di scuola per invertirli e convertirli – a seconda del genere, pardon, del “gender” – al lustrino o alla chiave inglese.

Poi c’è la politica, come sempre ritardata: mentre il mondo si apre al matrimonio, l’Italia scopre le civil partnership e sia ben chiaro – prima che i renziani, soprattutto quelli gay, mi accusino di gufismo o tafazzismo – con questo parlamento e questo governo un istituto parallelo ma uguale sarebbe un inizio, purché a specifiche condizioni: che si ottengano diritti pieni e identici a quelli previsti per il matrimonio, come pare sia l’intenzione di Renzi; e che si parli appunto di inizio, che sia il primo tassello di una strada che porti alla totale uguaglianza, a cominciare dal nome, cioè “matrimonio”.  Perché diciamocelo chiaramente, l’unione civile non ci rende davvero uguali, semmai previsti e tollerati. Insomma, ci sarà da lavorare.

E infine la chiesa, che ha avuto bisogno di quattro secoli per capire che Galileo aveva ragione. E in materia di diritti civili non possiamo certo pretendere che una pletora di anziani signori presumibilmente casti possa capire la complessità del presente se non, appunto, con un’analisi interna che allunga i tempi di svariate centinaia di anni. Ma è anche questa una forma di libertà – dire aprioristicamente no alla felicità delle persone, per capirci – purché quella finisca dove comincia la libertà di tutto il resto del genero umano ad esser felice.

Personalmente ho qualche dubbio e più di una perplessità come agiranno il nostro presidente del Consiglio e il suo partito in merito alla questione Lgbt. Semplicemente perché il parlamento che ha partorito l’orrida legge contro l’omo-transfobia è lo stesso che adesso sostiene l’azione di governo. Ma nella speranza di essere stupito, purché almeno sul piano sostanziale ci sia un po’ più di equità, mi auguro che il palazzo ascolti quella società che pare avanti anni luce rispetto a chi non riesce ancora a capire che discriminare qualcuno per il modo che ha di far sesso e di innamorarsi ha la stessa credibilità di chi pensa che la Terra sta al centro del creato e ogni cosa le giri attorno.

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