A questo punto Renzi deve scegliere: o sta dalla parte di chi continua a difendere la legge 40, oppure sta con noi che la stiamo smontando pezzo per pezzo. C’è una doppia occasione: primo, le motivazioni della Corte costituzionale aprono la strada alla fecondazione eterologa in Italia; secondo, il 18 giugno la Corte europea dei diritti umani si riunirà per decidere se la proibizione della ricerca sugli embrioni è compatibile con la Carta europea dei Diritti fondamentali.
 
In entrambe le occasioni, se Renzi non interviene, sappiamo già quale sarà la linea del Ministro delegato, Beatrice Lorenzin: ostacolare la fecondazione eterologa introducendo nuovi ostacoli per via amministrativa e burocratica e difendere a spada tratta a Strasburgo la proibizione della ricerca. La nomina di assuntina Morresi come “esperto” a Strasburgo è, da questo punto di vista, una garanzia del peggio.
 
Dunque il Presidente del Consiglio è perfettamente consapevole del fatto che anche una omissione da parte sua significa lasciare che si porti avanti a nome del suo Governo la posizione di difesa di una legge violenta e illegale. Soltanto un suo intervento urgente potrebbe far andare l’esecutivo nella direzione opposta, di affermazione della libertà delle donne, dei malati, della ricerca.
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Fecondazione eterologa, bocciata la legge 40 non servono nuove norme

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