Polemica rovente in due match tra Fabrizio D’Esposito, firma de Il Fatto Quotidiano, e la senatrice di Forza Italia Alessandra Mussolini, durante la trasmissione “L’aria che tira”, su La7. D’Esposito si sofferma sul caso Mose e sulla vicenda Expo, facendo un raffronto con l’epoca di Tangentopoli e osservando: “Anche sulla base del dato elettorale raggiunto da Renzi, bisogna dare la percezione concreta di spezzare questa commistione tra politica e affari”. La senatrice Pd Valeria Fedeli concorda. Il giornalista aggiunge: “Io sono un po’ pessimista, anche per la storia del nostro Paese. Basti pensare alla Prima Repubblica, ma al anche al fascismo. Lo stesso Mussolini si lamentava di certa morbidezza dei gerarchi”. Insorge Alessandra Mussolini: “No, che vuoi dire? Non succedeva niente. Non c’erano tangenti e non aumentavano i prezzi”. Bagarre in studio con la Fedeli e l’esponente del Pd Tobia Zevi che protestano contro le frasi della parlamentare di FI. “Mò mi sono rotta” – continua la Mussolini – “vedendo quello che è successo ora e che si è costruito durante il ventennio ci dovremmo inchinare al fascismo. Persino Gheddafi lo ha riconosciuto. E mò basta. Sempre a criticare, sempre a dire… Questa è storia. Inchinatevi alle opere del fascismo”. La diatriba riesplode, quando D’Esposito spiega che sia nel caso Expo, sia nello scandalo Mose molte persone coinvolte, da Meneguzzi a Frigerio fino a Greganti, si pongono il problema di arrivare a Gianni Letta. La Mussolini ribatte, parlando di “magistratini” . Il giornalista de Il Fatto replica: “Lei se la prende sempre coi magistrati, ma io sto parlando di come si fa la politica in questo Paese. Lei ha raccolto 80mila preferenze alle europee, come ha fatto? Ha fatto promesse?”. “Spendendo 1800 euro di benzina e di volantini” – risponde la Mussolini – “caruccio del Fatto, del Foglio o di dove cacchio sei tu…Sembra strano? Secondo te come ho fatto a prendere queste preferenze? Dimmelo tu”. Poi sbotta, passando più volte dal “tu” al “lei”: “Lei ha detto una frasina precisa, ha insinuato. Stai molto attento a quello che dici”. “Non posso chiedere a un politico come raccoglie le preferenze?”, chiede D’Esposito. “No” – controbatte la senatrice FI – “io voglio le scuse”. “Ha detto ‘vaffa’ diecimila volte qui”, replica il giornalista. “Sì, ma non mi hanno ripreso” – continua la Mussolini, che ribadisce di voler le scuse di D’Esposito

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