Per la presidenza della Commissione europea spunta il nome del direttore del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde. Secondo quanto riporta The Telegraph a sondare informalmente la disponibilità di Francois Hollande a sostenere la candidatura è stata la cancelliera tedesca Angela Merkel. Il presidente francese però non avrebbe dato una risposta “definitiva” e nel corso della conversazione avrebbe fatto presente alla cancelliera che non sarebbe “una buona idea per l’Europa perdere il posto al Fondo monetario internazionale”.

Una risposta che, secondo le indiscrezioni filtrate, sarebbe stata abbastanza fredda. Hollande, sebbene reduce dalla cocente sconfitta subita dal Front National alle Europee, non avrebbe alcuna intenzione di mollare la presa sul Fmi (Lagarde è andata a Washington per sostituire Dominique Strauss Khan, travolto dallo scandalo sessuale). Tanto meno avrebbe voglia di sostenere, per il posto di presidente della Commissione, una francese che non appartiene certo al suo partito né alla famiglia socialista. E che avrebbe il sostegno di Merkel perché ritenuta dai più una figura ‘super partes’ intorno alla quale si potrebbero coagulare i consensi di tutte le parti in causa anche in virtù della sua appartenenza al gentil sesso.

A cominciare dal britannico David Cameron, che ha già fatto sapere di volersi battere fino in fondo per non far passare la candidatura di Jean Claude Juncker, l’ex premier lussemburghese ed ex presidente dell’Eurogruppo candidato ufficiale del Ppe, la formazione politica europea uscita vincente, sebbene ridimensionata, dalla recente consultazione elettorale. Cameron potrebbe raccogliere intorno a sé il sostegno di altri leader nordici come l’olandese Mark Rutte e lo svedese Fredrik Reinfeldt, i due premier che, insieme a lui e a Merkel, discuteranno della questione in un incontro ristretto fissato per lunedì 9 a Harpsund, località turistica svedese.

Resta però da vedere che cosa pensa dell’ipotesi Lagarde il Parlamento europeo. Per la prima volta nella storia dell’integrazione europea, l’assemblea intende esercitare fino in fondo il suo diritto, sancito dal trattato di Lisbona, di proporre un suo candidato. Ed è pronto a votare contro un’eventuale scelta imposta dal Consiglio Europeo. E finora il Parlamento ha sempre ribadito il suo sostegno a Juncker. Come del resto fatto fino a ieri anche da Merkel. Salvo manovrare dietro le quinte per trovare soluzioni diverse. Nei prossimi giorni il tema continuerà a essere al centro di colloqui e trattative più o meno riservate tra i leader. Anche perché Merkel, Hollande, Cameron e Renzi si vedranno pure domani a Bruxelles per il G7. Ma c’è da scommettere che il toto nomine si arricchirà di nuovi nomi e nuove puntate ancora per parecchio prima di trovare la quadra.

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