Simulazioni, illustri sconosciute per 1 ragazzo su 2. A poche settimane dalla maturità, il 18 giugno è prevista la prova di italiano, quasi la metà degli studenti sostengono che i loro prof non stanno organizzando simulazioni delle prove. Il 40% non ha mai visto da vicino il terribile quizzone, o terza prova. L’inevitabile risultato è che tutti questi ragazzi non hanno un’idea concreta di come si svolgono gli scritti di maturità e dovranno dunque giocarsi il tutto per tutto sul campo di battaglia, senza essersi prima esercitati a dovere. Ancora peggiore sarà la situazione dei maturandi in vista del colloquio orale, inevitabilmente improvvisato sul momento per 3 ragazzi su 4. Tanti sono, infatti, gli studenti che non hanno ancora mai fatto le prove generali della presentazione della tesina davanti ad una commissione composta da docenti competenti in diverse materie. Ma quando queste simulazioni si fanno, centrano l’obiettivo? Ecco i dati raccolti da Skuola.net grazie ad una ricerca su 2.500 studenti.

Doti di improvvisazione. Sono quelle che sicuramente serviranno ai nostri maturandi per le prove scritte di maturità e ancor di più per il colloquio orale. Solo il 50% circa degli intervistati ha svolto simulazioni di prima e seconda prova, mentre la restante metà non sa a cosa andrà incontro se non per sentito dire. Per quanto riguarda lo scritto di italiano, solo 1 su 3 ha simulato la prova d’esame più di una volta, e il 18% una volta sola. Si ferma invece al 27% la percentuale di chi ha provato il secondo scritto più volte, mentre per il 23% è stato un evento unico. Va meglio per quanto riguarda la terza prova, il quizzone più odiato dagli studenti. Il 60% afferma di aver fatto simulazioni di questo tipo in classe, chi una volta (13% circa), chi più di una (45% circa). La situazione precipita invece per quanto riguarda il colloquio orale, mai sperimentato per 3 ragazzi su 4.

Colloquio orale, questo sconosciuto. Nonostante l’interrogazione orale dell’esame di maturità sia una delle preoccupazioni più forti per gli studenti, sono pochissimi i professori che si prestano ad aiutare i propri alunni simulando la prova d’esame. Solo 1 ragazzo su 10 sostiene di aver provato il colloquio durante l’anno scolastico almeno una volta. Più o meno la stessa percentuale circa dice di averlo fatto più volte. Niente presentazione della tesina, niente collegamenti tra discipline e niente interrogazione su più fronti prima dell’ora X. Quindi, a scuola, l’unica occasione in cui testare le proprie abilità oratorie è la sede d’esame. Sarà una delle cause dello stress da maturità?

Simulazioni, indispensabili per l’orale. Ma, quando queste simulazioni vengono organizzate, sono utili per la preparazione? Complessivamente, la risposta degli studenti è positiva. Ma non quanto ci si aspetterebbe, soprattutto in merito agli scritti. Per il 46% circa infatti si tratta dell’ennesimo compito in classe che, più che aiutare gli studenti, li appesantisce con un ulteriore carico di studio. Per il 15% invece sono utili, ma solo per sperimentare metodi di copiatura. Per i restanti 2 su 5 circa, finalmente, sono una preziosa occasione per capire a cosa si va incontro. Molto più decisi i pochi fortunati che si sono esercitati sul colloquio orale durante l’anno scolastico: quasi il 90% lo ha trovato utile per correggere i propri errori, o per gestire l’ansia.

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