Cinema

Goool! il cartone in 3D sulla passione del calcio. E il regista Campanella cita Kubrick

Un po’ lotta di classe, un po’ commedia americana anni ottanta, la pellicola del regista premio Oscar 2009 (Il segreto dei suoi occhi) attualizza la febbre a ’90 in vista dei mondiali in Brasile con un racconto spiritoso e citazionista, surreale e politicamente scorretto, tanto da convincere sia i puristi dell’animazione, sia chi odia il calcio

di Davide Turrini

Che l’alba dell’uomo avesse a che fare con un pallone da calcio potevamo forse intuirlo già; ma che qualcuno ritoccasse la sequenza iniziale di 2001: odissea nello spazio di Stanley Kubrick per ricordarcelo comicamente non era mai accaduto. Inizia così Goool! l’ultimo film di Juan José Campanella, già premio Oscar come miglior film straniero nel 2009 con Il segreto dei suoi occhi.

Un teschio di primate si trasforma in pallone e inizia la sfida tra i giocatori gialloverdi di una squadra di calciobalilla manipolati da un timido ragazzino nerd di nome Amadeo e quelli del gradasso, chiamato Grosso, e la sua banda di teppistelli di paese.

La partita ‘d’andata’ la vince Amadeo al biliardino del bar del paesello della sonnacchiosa provincia dove vive; ma quando il Grosso, campione di calcio tutto tronfio nei suoi supermuscoli, tornerà per vendicarsi, usurpando al nemico la fidanzatina, distruggendogli lo storico biliardino, e minacciando di radere al suolo e sottomettere l’intera cittadina dove vive, ecco che la reazione porterà ad animare gli omini di plastica e metallo in una serie di gag che riprendono tic, manie e ruoli dei più blasonati calciatori, come a formare un undici sgangherato tra paesani di ogni età pronto a sfidare la squadra campione del mondo – i Galacticos – in un megastadio da cinque anelli costruito per l’occasione. Un po’ lotta di classe, un po’ commedia americana anni ottanta, Goool! attualizza la febbre a ’90 in vista dei mondiali in Brasile con un racconto spiritoso e citazionista, surreale e politicamente scorretto, tanto da convincere sia i puristi dell’animazione, sia chi odia il calcio.

“Provengo dal mondo dell’informatica, sono un tecnico del montaggio, ed ora che l’animazione è approdata sui computer posso sedermi insieme ad un animatore e parlare con lui la stessa lingua”, ha raccontato Campanella, “Abbiamo definito lo stile del film poco a poco, attraverso tentativi ed errori e dopo una serie di esperimenti. Doveva trattarsi di una creazione e di un mondo compatibili con l’animazione 3D. Ovviamente, un’animazione moderna deve avere un ritmo adeguato ai bambini, ma questo è un film per tutta la famiglia”. Il film è tratto dal libro “Memorie di un’ala destra” dell’argentino Roberto Fontanarrosa, e l’animazione è supervisionata da Sergio Pablos degli SPA Studios realizzatori di Cattivissimo me. Distribuisce in Italia la Koch Media. 

Il trailer

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