Dalla felicità dei festeggiamenti per la qualifica in Europa, alla delusione di vedere sfumare un sogno inseguito in mesi e anni di sacrifici. Per il Parma Fc l’opportunità di andare in Europa League, conquistata con fatica sul campo nell’ultima partita del 18 maggio contro il Livorno, è svanita appena dieci giorni dopo. Il 29 maggio l’Alta Corte del Coni presieduta da Franco Frattini ha respinto ufficialmente il ricorso della società contro la mancata concessione della licenza Uefa da parte della commissione di primo e secondo grado della Figc. Il verdetto, atteso da giorni, è arrivato proprio alla vigilia della presentazione della lista delle squadre che rappresenteranno l’Italia nella competizione europea. Con l’esclusione ufficiale del Parma, al posto della squadra emiliana dovrebbe subentrare il Torino, che si era piazzata subito dopo in classifica.

Alla base della decisione dell’Alta Corte del Coni ci sarebbe tutto per una pendenza, già saldata, di circa 300mila euro di Irpef non versata, che ha spinto la commissione di primo grado, e poi di secondo, a non rilasciare al Parma la licenza Uefa per la stagione sportiva 2014-2015, indispensabile per la squadra per partecipare alla competizione Europa League. La società ha sempre chiarito di avere agito nella correttezza. Il presidente del club Tommaso Ghirardi, che nei giorni scorsi avevo chiesto giustizia, presentando con i suoi avvocati la linea difensiva e dimostrando di avere pagato quanto dovuto per rientrare nei parametri richiesti dalla Federazione, ha commentato con parole molto dure il verdetto: “Sono molto amareggiato da questo sistema sportivo e ancora di più da questa sentenza – ha dichiarato in una nota ufficiale diffusa dalla società – Stavolta l’hanno combinata grossa. Forse sono riusciti a farmi abbandonare il mondo del calcio”.

La comunicazione della Figc era arrivata al club emiliano il giorno dopo la vittoria con il Livorno, ma sulla questione pendeva un ricorso della società e la speranza in questi giorni era tutta riposta nell’Alta Corte del Coni. Dopo la prima pronuncia della Commissione Figc, il presidente Ghirardi aveva provveduto a risanare la situazione versando quanto dovuto. Inoltre, secondo quanto spiegato dalla società, la scadenza per pagare le pendenze era fissata al 30 giugno, quindi il Parma avrebbe avuto tutto il tempo per regolarizzare le inadempienze.

Tuttavia questo non è bastato per cambiare il destino della squadra. Era da sette anni che il Parma non tornava in Europa e quel sesto posto in classifica ottenuto qualche settimana fa aveva scatenato una scia di entusiasmo nella città ducale, subito smorzata dall’ombra della mancata licenza Uefa, che il giorno dopo la vittoria aveva fatto temere il peggio. Persino il sindaco Federico Pizzarotti si era esposto a favore della squadra della sua città, prendendo posizione per salvare il posto in Europa. “Il Parma si è meritato sul campo, battagliando, la qualificazione in Europa e non può essere certo un limite burocratico ad eliminarlo senza giocare – aveva scritto il primo cittadino su Facebook qualche giorno fa – Anche città ben più grandi di Parma che in passato hanno vinto sul campo la battaglia per le qualificazioni (parliamo di squadre di capitali europee), nonostante ci fossero problemi burocratici, hanno sempre visto riconosciuto il diritto di accesso alle competizioni internazionali. Mi auguro quindi che non ci sia discriminazione per il Parma, che si merita la qualificazione, guadagnata con un campionato straordinario. Speriamo che a vincere sia il buon senso. Sarebbe grave che a prevalere fossero considerazioni di tipo diverso”. Un appello che però si è dovuto scontrare con la sentenza dell’Alta Corte del Coni, che pone fine al sogno europeo del Parma Fc.

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