“Le accuse che mi sono state rivolte mi spaccano il cuore“. Lo scrive l’ex ministro dell’Ambiente Corrado Clini, agli arresti domiciliari da lunedì scorso, in una lettera fatta pervenire tramite i suoi legali. “Spero che ancora una volta i fatti e i risultati del mio lavoro prevalgano sui pregiudizi e sull’ideologia”. Corrado Clini, che si è autosospeso da dirigente del ministero, oggi si è presentato in tribunale a Ferrara. Ad attenderlo c’era il gip Piera Tassoni, il magistrato che ha firmato le ordinanze di custodia cautelare. L’ex ministro del governo Monti deve rispondere di peculato per “aver distratto insieme all’imprenditore Augusto Calore Pretner 3,4 milioni di euro” dai fondi ministeriali destinati a un progetto di riqualificazione ambientale in Iraq, il progetto “New Eden”, quando era direttore generale del ministero. Nell’aula C del palazzo di giustizia Clini è stato sentito per 50 minuti dal giudice e dal sostituto procuratore Nicola Proto, titolare dell’inchiesta assieme al pm Filippo Di Benedetto. In precedenza Pretner, finito anche lui agli arresti domiciliari a Padova, nell’interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari si era avvalso della facoltà di non rispondere. Intanto a Cosenza Martina Hauser, coinvolta in un’altra inchiesta a carico di Clini a Roma, ha rassegnato le dimissioni da assessore comunale.

L’interrogatorio di Clini al tribunale di Ferrara
In tribunale l’indagato eccellente dell’inchiesta New Eden ha reso dichiarazioni spontanee e portato prove documentali. Documenti che, commenta il suo legale, l’avvocato Paolo Dell’Anno, “dimostrano l’estraneità del mio assistito ai fatti contestati”. 
Al termine della breve udienza Clini non ha rilasciato dichiarazioni e appena uscito dal tribunale si è infilato in un’auto con i vetri oscurati ed è ripartito per la sua casa romana dove è agli arresti domiciliari.

La lettera: “Chiedete ai lavoratori dell’Ilva e alle università se sono corrotto”
Nella lettera firmata a penna l’ex ministro rivendica il lavoro svolto in questi anni, respingendo ogni accusa. 
“Chiedete alle decine di imprese, dalle più grandi e più note alle più piccole, che hanno realizzato grazie al mio lavoro centinaia di progetti in Italia e nel mondo, con successo. Chiedetelo – scrive Clini – alle università e agli enti di ricerca in Italia, in Brasile, in Cina, in Iraq, negli Usa, nei Balcani, che hanno collaborato con me in tutti questi anni ed hanno realizzato progetti esemplari che sono un vanto per l’Italia. Chiedetelo anche ai lavoratori dell’Ilva di Taranto, e chiedetelo all’azienda. Chiedetelo ai lavoratori ed alle imprese di Piombino, di Porto Marghera, di Tor Viscosa, di Trieste. Chiedetelo alle centinaia di comuni, alle province, alle regioni con cui ho promosso e realizzato centinaia di progetti locali”. “Chiedete a tutti questi – conclude Clini – se sono corrotto“. “Il mio lavoro – aggiunge Clini – è sempre stato finalizzato ad integrare sviluppo economico e protezione dell’ambiente, senza pregiudizi ideologici e vincoli politici, con procedure rapide e trasparenti”. L’ex ministro sottolinea che questo atteggiamento “ha suscitato negli anni polemiche e iniziative contro di me, sostenute da chi specula sull’ambiente per convenienza politica con l’appoggio delle burocrazie che vivono di rendita sui ritardi e le opacità delle procedure”.

“Pagato per un’attività di supporto alla formazione”
Poi l’ex ministro entra nel merito delle accuse. Tra il 2004 e il 2011 “ho svolto un’attività di supporto alla formazione” di una Ong impegnata in Iraq, dice, attività per la quale “ho ricevuto la copertura delle spese ed un compenso (non ancora riscosso) finanziati con risorse diverse da quelle del ministero dell’Ambiente”. In Iraq infatti, sostiene l’ex ministro, “accanto all’importante lavoro promosso dal ministero dell’Ambiente italiano, tra il 2004 e il marzo 2011 ho svolto, su loro richiesta, un’attività di supporto alla formazione di una organizzazione non governativa per lo sviluppo sostenibile e la pacificazione di quel martoriato paese. Organizzazione riconosciuta oggi a livello internazionale e premiata con importanti riconoscimenti anche per il mio contributo”. E’ per queste attività, aggiunge Clini, che “ho ricevuto la copertura delle spese ed un compenso (non ancora riscosso) finanziati con risorse diverse da quelle del ministero dell’Ambiente italiano”.

Si allarga l’inchiesta di Roma: indagini sui progetti in Africa e Sudamerica
Intanto però s
i allarga l’inchiesta romana: sotto la lente del pm Alberto Galanti anche i finanziamenti elargiti per progetti ambientali in Africa e Sudamerica. Nel filone romano l’ex ministro è indagato per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, in relazione alla sua veste di ex direttore generale del dicastero, insieme a altre 5-6 persone tra cui la compagna Martina Hauser, ex moglie del ministro dell’Interno montenegrino Andrjia Jovivevic e da oggi ex assessore comunale a Cosenza. Attualmente al vaglio della Procura ci sono le presunte provviste scaturite dal finanziamento, a pioggia, di progetti, senza gara e senza alcuna apparente procedura di controllo, per la riqualificazione ambientale di aree cinesi e montenegrine: lavori per un totale di 214 milioni che potrebbero nascondere un giro di tangenti. In sostanza, gli inquirenti vogliono accertare, anche alla luce di quanto emerso a Ferrara, se esistesse una sorta di “Sistema Clini“. Un’ipotesi di lavoro determinata dalla presenza di stessi soggetti sia nell’inchiesta romana, sia in quella emiliana.

Cosenza, la compagna di Clini si dimette da assessore
Nel frattempo si è dimessa dal suo incarico l’assessore del Comune di Cosenza Martina Hauser, compagna dell’ex ministro Clini. Aveva già depositato il 21 maggio scorso la lettera di dimissioni alla segreteria del Comune: aveva la delega alla Sostenibilità ambientale e alle Energie rinnovabili. Nella lettera di dimissioni l’assessore sostiene di lasciare il suo incarico per i molteplici impegni da affrontare. Il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, sta ora individuando il nome del sostituto.

 

 

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