I tagli per finanziare il bonus degli 80 euro promessi da Renzi rischiano di costringere la Provincia di Ferrara a chiudere da un momento all’altro centinaia di chilometri di strade. L’emergenza – che potrebbe portare ad ‘atti emulativi’ in altre parti d’Italia – verrà portata all’attenzione del prefetto e, per suo tramite, al ministero dell’Interno.

In estrema sintesi la presidente Marcella Zappaterra (Pd) si trova un reticolato stradale con vari punti critici, che possono mettere a repentaglio l’incolumità degli automobilisti. Per la messa in sicurezza serve un milione e mezzo di euro. Serve subito. Ma con i due milioni di tagli in ragione del decreto “Italia coraggiosa” quei soldi non ci sono. I finanziamenti sono quelli calcolati dalla ragioneria della Provincia – con indicazioni dell’Unione della Province italiane – sulla base dell’atto del Senato 1465 di conversione del decreto legge 66/2014, che reca “misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale”. Il decreto prevede un contributo alla manovra statale attraverso il versamento di un importo da effettuarsi in corso d’anno (con impegni già assunti), che “non potrà non riverberarsi – sottolinea l’Upi – sulla capacità di erogare, in alcuni casi, anche i servizi minimi, rispetto a funzioni fondamentali proprie, come ad esempio la gestione delle scuole e della rete viaria (manutenzione ordinaria, sicurezza circolazione, piani neve)”. Come, appunto, nel caso della Provincia di Ferrara.

E lei, la presidente, di diventare responsabile di eventuali incidenti che non può prevenire non ne vuole sapere. Tanto più che il suo ruolo di qui a fine anno sarà semplicemente quello di passacarte per gli affari ordinari, il tutto a titolo gratuito. Il nodo politico nasce da un fatto di cronaca. Lo scorso 18 marzo una Bmw con a bordo quattro ragazzi precipitò dal Ponte Trapella, a Massenzatica, sulla provinciale 11. Conducenti e passeggeri morirono affogati nel canale sottostante. L’auto si era scontrata contro la ringhiera del manufatto, che, in stato di deterioramento, non ha resistito. Le conseguenze di quel dramma sono ricadute in forma di avviso di garanzia sul capo della Zappaterra. La procura l’ha indagata per omicidio colposo insieme all’assessore alla viabilità, all’ingegnere capo della Provincia e agli amministratori del comune di Mesola, teatro della tragedia.

Dopo quell’incidente la presidente ha commissionato ai suoi tecnici uno studio sullo stato dei ponti situati sui 900 km di strade provinciali, per scongiurare altre disgrazie forse evitabili. I risultati sono finiti pochi giorni fa sul tavolo della Zappaterra: il territorio ferrarese è pieno di potenziali “ponti della morte”. E per mettervi mano servono almeno un milione e mezzo di euro. Ora, conti alla mano, con i due milioni che andranno a coprire i costi del decreto Irpef del governo, la Provincia non sa dove trovarli. E l’extrema ratio diventa quella di chiudere le strade. A meno che la presidente non voglia immolarsi sull’altare dell’”Italia coraggiosa”.

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