Il giudice del tribunale di Sorveglianza di Milano Roberta Cossia ha concesso l’affidamento in prova ai servizi sociali per Patrizia Reggiani, condannata a 26 anni per l’omicidio del marito Maurizio Gucci, ucciso il 27 marzo 1995 in via Palestro a Milano. La vedova Gucci, che ha trascorso 16 anni dietro le sbarre, sconterà il residuo pena lavorando in uno showroom di moda e facendo volontariato alla Caritas. Dopo la firma all’Uepe, l’ufficio esecuzione penale esterna, la Reggiani, che ha già ottenuto la sospensione della pena e vive con l’anziana madre, potrà iniziare l’affidamento ai servizi sociali.

Il pg aveva dato parere favorevole la scorsa settimana. La donna aveva ribadito di essere “non colpevole, estranea al 100 per cento” al delitto. “Si è sempre detta innocente – aveva aggiunto il suo legale Danilo Buongiorno -, ha rispettato e seguito il percorso riabilitativo, ha rispettato i permessi. Si colpevolizza per delle amicizie sbagliate che hanno rovinato la sua vita e quella delle sue figlie, questo è l’errore, ma non è assolutamente colpevole” dell’omicidio per cui è stata condannata. 

La Reggiani aveva poi smentito di aver detto “di preferire la cella al lavoro”. “Mi era stato proposto un lavoro nel carcere di Opera – racconta – e, considerato che dovevo raggiungerlo con un percorso obbligato, temevo che potesse succedere qualcosa e avere dei guai: per questo avevo detto che preferivo stare a San Vittore”. “Sono pronta, non vedo l’ora che mi lascino tranquilla di fare il mio lavoro e di fare volontariato presso la Caritas”, aveva detto Reggiani. 

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