I trapanesi Vincenzo Virga e per Vito Mazzara sono stati condannati all’ergastolo per il delitto di Mauro Rostagno, ex di Lotta Continua, fondatore della comunità Saman, sociologo e giornalista, ammazzato a Trapani, nelle campagna di Lenzi, il 26 settembre del 1988. I due sono stati traditi dal Dna. In precedenza erano già stati condannati al “fine pena mai” per delitti e stragi compiuti nella provincia di Trapani da Cosa nostra

video di Simone Bauducco e Davide Pecorelli

La Corte di Assise di Trapani presieduta dal giudice Angelo Pellino, a latere Samuele Corso, ha impiegato oltre 48 ore per arrivare alla decisione letta giovedì a notte fonda nell’aula del bunker “Giuseppe Montalto” nel carcere trapanese. Accolta la tesi dei pm Francesco Del Bene e Gaetano Paci. Virga e Mazzara colpevoli. Il Dna ha incastrato Mazzara, contro Virga, invece, le accuse dei pentiti. Virga ha fatto uccidere Rostagno per obbedire a sua volta ad un ordine di don Ciccio Messina Denaro, il patriarca del Belice, agli occhi del quale Rostagno da giornalista era una camurria, “una scocciatura”.  Per uccidere è entrato in azione Vito Mazzara, in cella dal 1996 per essere il sicario di fiducia della mafia trapanese, andava ad ammazzare assieme a Matteo Messina Denaro. I periti, Carra, Simone e Presciuttini, hanno individuato sui resti di legno del fucile usato per uccidere Rostagno e trovati sul luogo del delitto due tracce di Dna, quello di Mazzara e quello di un soggetto rimasto ignoto e che, dalle indagini, poteva essere solo parente dell’imputato. Perizia robusta che ha resistito all’assalto di due super consulenti a difesa degli imputati mafiosi, gli ex comandanti del Ris di Parma, Garofalo e Capra.

Un accertamento, quello del Dna, che si è aggiunto alla prova balistica, la “firma” della mafia trovata sui bossoli e cartucce. Comparazioni balistiche compiute nel 2008 e che mai nessuno dal 1988 in poi aveva fatto. Sono state condotte dall’ispettore di polizia Leonardo Ferlito, che fece notare all’allora capo della Mobile di Trapani, Giuseppe Linares, che si era ripreso le indagini tenute dai carabinieri, come il delitto Rostagno fosse rimasto fuori da decine e decine di confronti balistici. Sono saltate le sovrapposizioni tra l’uccisione del giornalista e altri omicidi per i quali Mazzara sconta tre ergastoli.

Mafia, massoneria e politica erano oggetto dell’attenzione giornalistica di Rostagno, anima di Rtc, tv di Trapani. Rostagno puntava contro il miglior alleato di Riina e Messina Denaro, il mazarese Mariano Agate, scoprendo i suoi incontri con i massoni e Licio Gelli. Per questo è stato ammazzato. Viste le molte ore trascorse dai giudici in camera di consiglio, non è stata una decisione semplice.

Articolo Precedente

Caso Bruti-Robledo, Anm: “Grave rischio delegittimazione Procura”

next
Articolo Successivo

Delitto Rostagno: la sentenza dopo 25 anni di menzogne e piste inesistenti

next