“Direi questo è molto positivo… molto positivo il fatto di avere questa… questa squadra…”. Il big vicentino delle costruzioni Enrico Maltauro è uomo pratico ed è lui, in una conversazione con Gianstefano Frigerio e il suo braccio operativo Sergio Cattozzo del 20 settembre 2012, ad andare presto al dunque prima di imbarcarsi nella corsa per un appalto parallelo all’Expo 2015, la Città della Salute. Il direttore generale di Infrastrutture Lombarde, Antonio Rognoni, che ha in mano la gara, si chiede, sarà dei loro? “Si lui è in squadra”, lo rassicura Frigerio. Allora, sì, “partiamo”. Del resto, per il costruttore veneto, “è anche bello avere dei soggetti da portare avanti che siano non solo diciamo affidabili… ma che siano anche dei soggetti che quando li proponi… fai bella figura… e sono capaci…”.

LA POLTRONA E IL PREMIO DA 300 MILIONI – Si, perché se il premio sul piatto per la “squadra” è il ricco appalto da oltre 300 milioni di euro più Iva per la progettazione, la realizzazione e la fornitura dei servizi per il mega ospedale che, dopo anni di battaglie, Roberto Formigoni era riuscito ad approvare quasi in extremis destinandolo all’ex area Falck di Sesto San Giovanni, alle porte di Milano. Un progetto a lungo accarezzato dai comuni dell’hinterland milanese che se lo sono duramente conteso insieme a Milano per diversi anni, ma anche dalle banche creditrici dei proprietari dell’area di oltre 100mila metri quadri interessata dall’operazione, Intesa, Unicredit e Popolare di Milano in testa, rimaste col cerino in mano dopo aver finanziato a piene mani l’ex furbetto Luigi Zunino ai tempi d’oro. Per tacere delle società di bonifica con i soliti noti in prima fila. E, appunto, dei costruttori ai quali per vincere serviva un’ottima squadra. Dotata di un “basista” al quale offrire qualcosa in cambio. Una poltrona, per esempio, tanto in Italia ce ne sono molte, specie alla vigilia di un corposo rinnovo dei vertici delle società pubbliche come quello che c’è appena stato.

LA NECESSARIA CONVERGENZA POLITICA – Ma per poterla gestire la squadra deve avere anche degli agganci politici affidabili e capillari, bipartisan, insomma. E la “cupola degli appalti lombardi”, come l’hanno definita i pm, lo sa bene, tanto che per fidelizzare il braccio politico parte dal basso, cioè dalla scelta delle imprese concorrenti. Per esempio, nelle carte dell’inchiesta milanese sugli appalti dell’Expo all’interno del capitolo dedicato alla Città della Salute, si legge che il 14 dicembre 2012 Frigerio riferisce a Guido Stefanelli ad della Pessina Costruzioni che “la cosa che gli ha proposto sta andando meglio del previsto. Perché ne ha parlato a lungo con Rognoni, dicendogli che la sua idea prevede il coinvolgimento di Palladio per copertura con i rossi e in contrapposizione, alla fine gli ha detto di mettere Pessina”. Ma la finanziaria veneta già protagonista della “scalata” a Fondiaria Sai al fianco di Matteo Arpe in contrapposizione a Unipol alla fine si sfilerà probabilmente a causa del guai sopraggiunti nelle Generali con il cambio al vertice, come deducono Frigerio e i suoi. In ogni caso, commentano gli inquirenti, “la conversazione da ultimo indicata conferma le modalità ed i criteri di precostituzione della composizione dell’ATI (associazione temporanea d’imprese, ndr) che dovrà aggiudicarsi l’appalto, avendo anche un occhio di riguardo alla esatta “ripartizione politica” dei vari partecipanti

LA COPERTURA DEI ROSSI – Un ruolo chiave, in questo senso, lo rivestirà una figura di rilievo delle Coop rosse emiliane, Claudio Levorato, amministratore delegato della bolognese Manutencoop Facility Management contattato da Frigerio fin dal 6 settembre 2012 quando gli fa sapere per il tramite del direttore promozione e sviluppo della cooperativa, Danilo Bernardi, di aver “cominciato a mettere il naso sulla Città della salute”, ricordandogli la vecchia amicizia con la colonna portante del sodalizio, Primo Greganti – cioè il compagno G, ex esponente del Pci che, arrestato all’epoca di Mani pulite, non rivelò mai nulla sui reati che gli venivano contestati nè svelò i meccanismi del finanziamento al partito. In altre occasioni, poi, Frigerio è ben più esplicito. Come quando dice a Maltauro che già li sta remunerando: “Io vedrò Levorato nei prossimi giorni… non perché abbia in ballo qualche affare con Levorato, perché voglio concordare con lui i collegamenti che possono fare loro, di tipo politico e quelli che posso faccio io…”. In cima alla lista di quelli che può, c’è l’ex parlamentare Pdl Luigi Grillo già incappato nell’inchiesta sulla Popolare di Lodi di Gianpiero Fiorani. “Io mercoledì sera faccio l’altro lavoro di copertura politico-giuridica e mi porto a cena Gigi Grillo col Comandante della Finanza…”, garantisce ai suoi all’inizio dell’avventura. Mentre a Rognoni aveva detto, era il 7 settembre 2012, di aver “sentito un po’ a Roma Bersani e poi gli altri, sulla Città della Salute, tu devi cominciare a fare delle riflessioni, poi, senza responsabilità tue mi dici come far partire un colosso da macello perché è una cosa grossa”. E ancora: “Poi Bersani mi ha detto “a sinistra cosa fate?” bisogna che senta senta, se Rognoni mi dice Manutencoop per me va bene…”.

DIALOGO TRA UN VECCHIO COMUNISTA E UN VECCHIO DEMOCRISTIANO – Il cerchio alla fine si chiude su Levorato con Manutencoop, ma il capofila, non senza difficoltà, sarà la Giuseppe Maltauro spa (che Frigerio ritiene in grado di intercedere presso Flavio Tosi) perché i bolognesi hanno già vinto l’importante appalto (oltre 200 milioni di euro) per la ristrutturazione dell’ospedale San Gerardo di Monza finito anch’esso nel mirino degli inquirenti fin dal marzo scorso, avallando il timore della “cupola” di attirare troppo l’attenzione della magistratura dandogli un ruolo primario. Ma è indubbio che per Frigerio Levorato è una figura chiave, con cui per di più è piuttosto facile capirsi: “Lui è un vecchio comunista, io un vecchio democristiano, quindi sappiamo come si parla… tra noi”, dice ai suoi nell’ottobre 2013. E qualche settimana dopo, allo stesso amministratore delegato, non ha alcun problema a dire che “io gli ho detto (a Rognoni, ndr) che una mano gliela do, per quello che posso fare io , della parte di Governo con cui ho rapporti io… questa è una carta che può servire anche a lei perché un pezzo di Governo ce l’ha anche lei… forse anche di più…”. E ancora “vanno attivati tutti i collegamenti che lei e io abbiamo … sul quadro politico resta un problema su cui bisogna che ci ragioniamo un po’, che è quello della Lega perché questo… io ho un rapporto con Maroni, però se anche voi avete un qualche rapporto… …”. Pronta la risposta: “Bernardi conosce… è il versante che cura in prima persona, anche perché inevitabilmente, come dire, io sono molto più caratterizzato… “. Quindi l’accordo: “Allora… restiamo d’accordo che ogni tanto noi ci sentiamo … magari per fare il punto, per vedere se c’è qualcosa da raddrizzare, cosi via… e casomai lei mi manda…” E l’altro conferma: “Ecco… lavoriamo su questo programma di medio, medio termine… da realizzare, dalla primavera in avanti… speriamo che il quadro insomma non subisca degli stravolgimenti perché al di là del pericolo declino… però potrebbe esservi anche una situazione marasmatica determinata da una parte… dalla parte Pdl…”.

COSA NON SI FA PER UN POSTO AL SOLE – Tutto per dare piene garanzie a Rognoni di un posto al sole, possibilmente in ambito stradale. La direzione generale dell’Anas, per esempio è la più gettonata, ma si parla anche di Terna e delle altre poltrone pubbliche in palio. Dal canto suo Rognoni rispetta gli accordi con un ruolo da protagonista nel progressivo turbamento della gara in favore dell’ATI Meltauro-Manutencoop “soprattutto mediante l’inserimento nell’offerta di partecipazione delle cosiddette “migliorie progettuali” idonee, con suggerimenti e rivelazioni dei segreti di ufficio che assicurino il vantaggio ai “suoi” sui concorrenti. A fine 2013 il sostegno arriva al punto da far ottenere al “sodalizio” in difficoltà coi termini, un rinvio di 45 giorni della scadenza inizialmente prevista per il 31 gennaio 2014 per il deposito del progetto presso la stazione appaltante. Senza contare che Rognoni garantisce ai suoi “una definita interferenza sui lavori della commissione “interna” già “raggiunta” al fine di garantire il risultato del suo intervento anche in vista delle sue dimissioni” dal vertice di Infrastrutture Lombarde. E che grazie a lui “gli indagati con largo anticipo hanno persino conoscenza della tipologia e congruità delle offerte degli altri partecipanti riassunte in una “lista dei papabili” consegnata nelle mani di Greganti durante uno degli incontri riservati tenuti con il dirigente”. 

LA LETTERA A CONFALONIERI –La squadra non si ferma neanche quando Rognoni finisce agli arresti. Anche perché, sottolinea Cattozzo, “son due anni che ci lavoriamo dentro ragazzi abbiamo fatto pranzi, cene abbiamo (incomp.) la gente abbiamo fatto i consorzi, li abbiamo messi d’accordo cavolo buttar via due anni di lavoro, mi sembra…”. Piuttosto candida un “nuovo allenatore”, il direttore pianificazione e acquisti di Expo 2015, Angelo Paris, che fa prontamente sapere a Frigerio, via Cattozzo che “è un progetto che se va bene lo squadra potrebbe vincere”. Da qui l’idea di candidarlo alla successione di Rognoni. In parallelo c’è da risolvere il problema della commissione aggiudicatrice: useranno quella predisposta da Rognoni o la cambieranno? Il tema è oggetto di un acceso dialogo tra Frigerio e Bernardi del 26 marzo scorso in cui entrambi fanno la conta dei tasti da premere. Finché Frigerio, che aveva già mandato biglietti a Berlusconi e a Mantovani, non cala l’asso: “Oh sì io ci sto lavorando … tutta la faccenda… persino guarda una cosa… sto facendo quella roba lì parlare persino con Fedele Confalonieri… perché è una persona autorevole … gli ho spiegato bene la cosa … quindi… stiamo premendo anche su quello …”. E in effetti, annotano gli inquirenti che hanno seguito le manovre proseguite almeno fino all’11 aprile scorso, “dalle conversazioni e comunicazioni captate emerge non solo una lettera riservata consegnata da Frigerio a Fedele Confalonieri tramite Rodighiero, ma anche la circostanza in forza della quale i sodali intendono far partecipare al bando in oggetto per la nomina a Direttore generale di IL s.p.a. loro amici”. 

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