Avvocato, lei ha portato davanti alla Consulta il Porcellum, ottenendone la parziale eliminazione; ora ha dato un colpo anche alla legge elettorale per le Europee. Cosa è accaduto?
Tra i vari motivi di incostituzionalità e contrarietà ai Trattati il Giudice di Venezia ha accolto quello più rilevante: la soglia di sbarramento del 4 per cento. Quindi la legge elettorale europea va alla Consulta.

L’effetto sulle elezioni quale sarà?
Se non ci sarà una iniziativa parlamentare d’urgenza, le elezioni si svolgeranno con l’attuale legge. Ma l’esito finale verosimilmente sarà deciso dal Tar del Lazio.

Fioccheranno i ricorsi?
Penso proprio di sì. Se vorranno beneficiare della probabile sentenza favorevole della Consulta, i candidati non eletti delle liste minori sotto soglia faranno ricorso impugnando la proclamazione degli eletti dell’ufficio elettorale nazionale presso la Cassazione.

In caso di accoglimento dei ricorsi?
Si dovrà procedere alla rettifica della proclamazione degli eletti, come accadde nel 2009 nel caso del ricorso dell’onorevole Gargani.

Quindi alcuni non eletti potrebbero andare al Parlamento europeo e altri tornare a casa?
Proprio così.

Tirano un sospiro di sollievo le liste minori, dunque.
Certo, visto che in particolari condizioni di voto e affluenza potrebbero esprimere un seggio a partire da una quota dell’1,5 per cento di voti. Ma soprattutto mi interessa l’effetto psicologico sugli elettori. L’elettore ora è più libero, perché può andare a votare senza l’incubo del voto utile.

Quali tempi prevede per la decisione della Consulta?
Dovrebbe decidere nell’arco di alcuni mesi, vista la delicatezza della materia.

Ma altre questioni di legittimità potrebbero nel frattempo essere sollevate dai altri Tribunali.
Il Tribunale di Venezia ne ha sollevata una. Altri Tribunali dove sono aperti analoghi procedimenti potrebbero decidere diversamente spedendo la legge alla Consulta per altri motivi, come la discriminazione delle minoranze linguistiche e l’esenzione dalla raccolta delle firme per i gruppi politici già presenti in Parlamento.

Cosa imputa a governo e Parlamento?
Hanno preferito occuparsi dell’Italicum, che secondo me è altrettanto incostituzionale, rispetto alla ben più urgente legge elettorale con la quale siamo chiamati a votare il 25 maggio. Avrebbero dovuto prendere atto della sentenza del Consiglio di Stato 02886 del 2011 e modificare l’art. 21 della Legge 18/79 sulla distribuzione dei seggi. Infatti le circoscrizioni dove c’è minore partecipazione elettorale e un voto superiore alla media nazionale per le liste sotto la soglia di sbarramento perdono seggi a vantaggio delle altre circoscrizioni.

Intanto siete riusciti a far spedire alla Consulta anche la legge elettorale della Regione Lombardia.
Da una settimana è stata inviata formalmente. In caso di sentenza favorevole ai ricorrenti, Maroni potrebbe perdere dai 4 agli 11 consiglieri di maggioranza.

Ma che paese è questo, se le elezioni le decidono i giudici?
Un paese in cui la Costituzione non è rispettata da chi fa le leggi. Una democrazia gravemente malata.

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