Sale a 521 milioni il debito netto di Rcs a fine marzo, rispetto ai 476 milioni di fine 2013. Il cda della casa editrice del Corriere della Sera approverà in realtà la trimestrale il 14 maggio, ma il gruppo ha anticipato alcuni dati su richiesta Consob confermando in particolare l’obiettivo di riduzione dell’indebitamento a fine anno sotto i livelli del 2013. Si è aperta la stagione delle assemblee per i soci Rizzoli con quelle risparmio delle categorie A e B sulla conversione delle azioni in ordinarie, e per l’occasione la Commissione di Borsa ha chiesto a Rcs di dare un quadro debitorio aggiornato, assieme a vari altri chiarimenti. Il via libera degli azionisti risparmio all’operazione è poi arrivato. E saranno ora i soci ordinari a doversi esprimersi in assemblea giovedì 8 sulla proposta. Di lì a breve scatterà quindi la conversione: dapprima facoltativa, con l’effetto di una diluzione fino al 20% massimo per i soci ordinari, e poi obbligatoria per le azioni restanti, con una diluizione minima del 12% (se nessuno aderirà a quella facoltativa). Il tutto partirà trascorsi i tempi tecnici per l’iscrizione al registro delle imprese e passati i 15 giorni per l’esercizio del diritto di recesso. Se le richieste andassero oltre un controvalore di 5 milioni l’azienda potrebbe però rinunciare alla conversione. Rcs ritiene tuttavia più “ragionevole” che eventuali contrari alla conversione vendano le azioni direttamente sul mercato, visto che quotano ben sopra i prezzi per esercitare la facoltà di recesso comunicati a suo tempo. Di contro, un’integrale adesione alla conversione facoltativa potrebbe comportare un rafforzamento patrimoniale fino a 60 milioni per Rcs. Oltre a semplificare la struttura azionaria, Rcs ha spiegato l’operazione con la possibilità di aumentare il flottante fino anche al 40 per cento.

Tornando all’aggiornamento, nel trimestre ci sono stati oneri non ricorrenti per 22 milioni, ma il flusso di cassa è migliorato di 11 milioni. E’ emerso poi che c’è un impegno con le banche (covenant) a non superare i 470 milioni di indebitamento netto a fine anno. Rcs registra intanto “un andamento migliorativo” dei margini, effetti non ricorrenti esclusi, “in linea con gli obiettivi” per il margine operativo lordo ante oneri non ricorrenti, debito e investimenti previsti per il 2014. L’editrice ha infine segnalato che con la cessione per 30 milioni dell’immobile in via Solferino a Milano salgono a 154 milioni le dismissioni fatte, su un obiettivo di 250 milioni da realizzare entro fine anno. Giovedì in assemblea, si dovrà integrare anche il consiglio Rcs. Per gli azionisti di minoranza si propone la conferma in cda di Attilio Guarneri, già cooptato in sostituzione dello scomparso Giuseppe Rotelli. Per sostituire invece Carlo Pesenti il consiglio ha candidato Teresa Cremisi di Flammarion, e allo stato sembrerebbe esserci una certa condivisione tra i soci sulla sua effettiva nomina in consiglio.

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