Dal 4 maggio 2014 è iniziata su Skytg24  la trasmissione di reportage realizzati da Vice. Tematiche italiane ed internazionali raccontate tramite l’esperienza diretta di un giornalista in campo. Argomenti controversi e per lo più inediti per l’informazione italiana presentati con molta forza grazie ad una formula che lascia lo spettatore costantemente dentro la scena, senza troppe imboccate da parte di chi gestisce lo scorrere del racconto.

Parliamoci chiaro: la formula ricorda fortemente quella dei Vanguard, proposta da Current TV e per altro già sperimentata in abbinamento con Skytg24 che ai tempi dava ampio spazio alle anteprime del prodotto. D’altra parte i punti di contatto tra Vice e Current TV sono tanti e diversi sono stati anche i contatti tra i due progetti per possibili integrazioni.

La realtà è che Vice continua ad esistere con varie manifestazioni internazionali mentre Current TV è miseramente deceduta cadendo sotto il peso di una debole identità soprattutto negli Usa. In Italia, come qualcuno ricorderà, il progetto invece funzionava. Aveva preso un’audience significativa, altamente profilata, proponendo contenuti di qualità per lo più non pubblicati altrove. Un canale che aveva una missione molto precisa: informare il pubblico su tematiche controverse, sia nazionali che non, per renderlo in grado di decodificare la realtà ed effettuare quindi scelte più consapevoli. Un progetto che riuscì a trovare una sua identità forte e contemporaneamente una quadra commerciale per rendersi non solo sostenibile ma anche profittevole.

Un progetto che è morto per mille motivi, ma di base per una sola scelta: quella di non continuare a proporre questo tipo di offerta sul mondo free del digitale terrestre. Nonostante quasi tutti affermassero che avrebbe avuto molto senso l’esatto contrario.

Oggi a quasi tre anni dalla chiusura di Current TV in Italia, vedendo quello che produce Vice e l’attenzione che scatena nel pubblico, il dubbio si ripropone con altrettanta convinzione: non avrebbe senso creare un canale free, accessibile a tutti che possa abbracciare ad ampio raggio il genere factual, l’informazione indipendente, i reportage e i documentari d’autore? L’offerta su questo versante è ancora totalmente scoperta. Continuano a proliferare canali nati o rimodellati sulla falsa riga di Discovery Realtime, ma forse sarebbe tempo di pensare ad altro.

Basterebbe qualche testa un po’ illuminata che avesse il coraggio di verificare i numeri di un progetto simile. Il nostro Paese, continuo ad esserne convinto, ne avrebbe davvero bisogno.

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