Fincantieri apre le danze delle dismissioni pubbliche e venerdì riparte l’iter per Poste ed Enav. Il via libera formale per i cantieri navali pubblici è arrivato lunedì dall’assemblea dei soci (il 99,36% è in mano a Fintecna a sua volta controllata dal Tesoro via Cassa Depositi e Prestiti). Gli azionisti hanno in particolare approvato, in sede ordinaria, il progetto di ammissione a quotazione delle azioni ordinarie della società in Borsa. E hanno deliberato, in sede straordinaria, un aumento del capitale sociale per un importo massimo fino a euro 600 milioni, in via scindibile ed a pagamento, con esclusione del diritto di opzione, a servizio dell’offerta pubblica di sottoscrizione relativa alla stessa quotazione.

Per Poste ed Enav, invece, se ne riparlerà al prossimo Consiglio dei ministri. Secondo l’Adnkronos in quella sede saranno infatti adottati due Dpcm relativi alla quotazione delle due aziende che andranno in Borsa entro l’anno. I due provvedimenti al vaglio del Cdm che si terrà probabilmente venerdi prossimo concludono la procedura preliminare per la quotazione. I due provvedimenti, che già hanno incassato i pareri delle competenti commissioni parlamentari, arriveranno quindi sul tavolo del Cdm per l’ok definitivo concludendo le procedure preliminari.

La dismissione – confermano fonti del Tesoro – sarà dunque come già indicato entro il 2014. Si stringono intanto anche i tempi per la scelta degli advisor che dovranno accompagnare in Borsa il gruppo guidato da Francesco Caio. Vicine all’operazione, tra le banche d’affari che potrebbero ricevere l’incarico ci sarebbero Bank of America, Citigroup e Mediobanca. Complessivamente dal collocamento di Poste italiane il Tesoro punterebbe a raccogliere circa 4 miliardi di euro su una capitalizzazione prevista di 10 miliardi. Mentre per Enav l’incasso atteso sarebbe di circa 1 miliardo. I dati li aveva forniti l’ex ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, secondo il quale la valutazione di Poste varia tra i 10 e 12 miliardi e, in base a questi calcoli, la privatizzazione del 40% varierà quindi tra 4 e 4,8 miliardi. Mentre per l’Enav la valutazione è di 1,8-2 miliardi, “quindi il 49% che si vuole vendere vale circa 1 miliardo”. 

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