Sull’erba dello Juventus Stadium saranno Benfica e Siviglia a giocarsi la finale di Europa League. La squadra di Antonio Conte spreca l’occasionissima nel ritorno della semifinale contro la squadra portoghese, chiudendo la sua avventura continentale a un passo dalla possibilità di alzare la coppa sul proprio campo. Nei secondi 90 minuti della doppia sfida alla Juve manca l’acuto nonostante crei tanto, principalmente nei primi 45 minuti. È il solito problema dei bianconeri, soprattutto sul palcoscenico continentale: le chiare e limpide occasioni da gol scarseggiano. È come se la squadra perdesse di lucidità e cattiveria quando sente l’odore dell’area di rigore. Un problema sul quale Conte dovrà riflettere se vuole portare la Juventus a ritrovare anche l’assolo europeo. La sensazione è che in questa stagione abbia sprecato una grande occasione, perché il Benfica è parsa squadra ordinata e compatta ma non imbattibile. 

Nella gara dello Juventus Stadium il peccato principale è non riuscire ad aprire la partita nel primo tempo, quando i portoghesi soffrono. I bianconeri sono pericolosi già all’8’ con una sventagliata di Pirlo deviata in angolo da Oblak. È il primo di una serie di tentativi da lontano, tanto numerosi quanto velleitari. Pogba sale di tono nel corso dei minuti, Pirlo è spesso libero ma la qualità dei due centrocampisti non si traduce in occasioni limpide anche perché gli esterni Asamoah e Lichtsteiner corrono tanto ma concretizzano poco. Negli ultimi dieci minuti il talento francese crea i pericoli maggiori a un Benfica che si fa più timido a ogni tentativo della Juve. Al 36’ dal suo piede parte un cross profondo per Vidal che incrocia di testa ma la palla si spegne a pochi centimetri dal palo; in pieno recupero serve l’incursione di Asamoah che crossa ancora per la testa di Vidal ma Luisao salva tutto sulla linea. Nel mezzo, al minuto 43, ancora un’occasione aerea con Bonucci che spizza un corner ma l’invito del difensore non trova attaccanti pronti a soffiare in porta il pallone che attraversa tutta l’area piccola.

I bianconeri restano all’asciutto e il Benfica torna in campo più convinto e per poco non trova il “gollonzo” con Markovic dopo una partita di puro ordine e contenimento. La pioggia fitta che bagna lo Juventus Stadium non è un buon presagio e men che meno un aiuto per la squadra di Conte. La prima occasione vera, infatti, arriva al 64’ con un colpo di testa di Llorente deviato da Markovic con un braccio tutt’altro che vicino al corpo ma Clattenburg lascia correre. Neanche il tempo di protestare che l’arbitro estrae il secondo giallo per Perez, ingenuo a stendere Vidal alla ricerca del pallone. Il Benfica si ritrova così a giocare gli ultimi 25’ in dieci. Conte inserisce Giovinco, Marchisio e Osvaldo alla ricerca dell’assalto. 

Ma nonostante la superiorità numerica e l’attaccante in più i bianconeri – spesso prevedibili nella loro manovra – non mettono mai davvero paura ai portoghesi, abili a coprire gli spazi e a far girare a vuoto il motore avversario. E quando nell’unica occasione perdono Lichtsteiner, lo svizzero non aggancia tutto solo davanti a Oblak un gran lancio di Marchisio. Tutti gli attacchi della Juve sono disordinati. E meno sabbia resta nella clessidra, più aumenta la confusione e il nervosismo che costa il rosso a Vucinic e Markovic (il primo in panchina, l’altro appena uscito) ma vale 8 minuti di recupero. Ma quello della Juve è tutto fuorché un assedio. I bianconeri sprecano una grandissima occasione per tornare in una finale europea, da giocare oltretutto in casa. I portoghesi esultano e caricano il colpo in canna per mettere la parola fine all’anatema di Guttmann. Quando infatti l’ungherese Bela Guttmann (che poi allenerà anche in Italia) lasciò la panchina del Benfica nel 1962 dopo aver vinto due Coppe dei Campioni consecutive (nel 1961 e nel 1962), lanciò una sorta di maledizione sul club che si era rifiutato di concedergli un bonus per la vittoria: “Da qui a cento anni nessuna squadra portoghese sarà due volte Campione d’Europa ed il Benfica senza di me non vincerà mai una Coppa dei Campioni”. Se l’anatema resisterà dipenderà dalla finale con il Siviglia che al 94′ ha avuto ragione del Valencia (2-0 all’andata, 1-3 al ritorno).

 

Tabellino
Juventus (3-5-2): Buffon, Caceres, Bonucci (73’ Giovinco), Chiellini; Lichtsteiner, Vidal (79’ Marchisio), Pirlo, Pogba, Asamoah; Tevez, Llorente (79’ Osvaldo). Allenatore Antonio Conte.

Benfica (4-2-3-1): Oblak, Siqueira, Garay, Luisao, Maxi Pereira; Amorim, Perez; Gaitan (76’ Salvio), Rodrigo (69’ A. Almeida), Markovic (86’ Sulejmani), Lima. Allenatore Jorge Jesus.

Ammoniti: 56’ Rodrigo (B), 61’ Perez (B), 64’ Asamoah (J), 95’ Salvio (B)

Espulsi: 67’ Perez per doppia ammonizione, 89’ Vucinic (J) e Markovic (B)

Twitter: @AndreaTundo1 

Articolo Precedente

Francia, la favola del Luzenac: 500 abitanti e promozione in Serie B (grazie a Barthez)

next
Articolo Successivo

Juve, ‘aiutini’: lo strano caso del dottor Jekyll e mister Conte

next