Anche le Generali puntano sulla febbre da bond anti-catastrofe. E’ l’ultima “moda” dei mercati finanziari: sottoscrivere obbligazioni ad alto rendimento, ma anche ad alto rischio, emesse dalle compagnie di assicurazioni per condividere una parte dei rischi economici connessi a disastri naturali come i terremoti o gli uragani. Una tipologia di prodotti che, ricordava il Financial Times lunedì 28 aprile, hanno raggiunto livelli da record nel primo quadrimestre del 2014. Complici, appunto, gli alti interessi pagati da questo tipo di emissioni. Che sono però strettamente legate ad eventualità spesso imprevedibili, da cui l’altissima rischiosità. “Gli spread di questi bond è stato talmente incredibile da attrarre un alto numero di investitori – ha detto al quotidiano della City Jeff Mohrenweiser di Fitch – la domanda è stata maggiore del previsto e le compagnie assicurative stanno incrementando l’offerta”.

Come hanno fatto le Assicurazioni Generali che proprio lunedì hanno debuttato nel mercato delle cosiddette Insurance Linked Securities (ILS) per ottimizzare la protezione contro gli eventi catastrofale con un bond da 190 milioni di euro. La compagnia ha stipulato un contratto di riassicurazione con l’irlandese Lion Reinsurance per un periodo di tre anni che coprirà le possibili perdite catastrofali subite dal gruppo italiano a seguito di tempeste in Europa  e ha così ottimizzato la sua protezione trasferendo agli investitori del bond parte del rischio legato a questi eventi.

In pratica Lion I Re ha emesso una tranche di titoli di debito per 190 milioni (che verranno quotati al Bermuda Stock Exchange). A sua volta il Leone di Trieste pagherà un premio annuo del 2,25% sui 190 milioni di copertura previsti dal contratto di riassicurazione, importo che Lion I Re Limited pagherà agli investitori sotto forma di interessi sui titoli in aggiunta al rendimento del collaterale. In base alle condizioni dell’offerta, se una tempesta – in un’area geografica che include 16 Paesi europei – dovesse provocare al gruppo Generali perdite superiori a 400 milioni (e fino a 800 milioni), tutto o parte dell’ammontare degli interessi e del capitale pagabile agli investitori sarà ridotto di un importo direttamente collegato alle perdite registrate dal gruppo.

Insomma, come sottolineava l’Ft, il mercato affamato di rendimenti sta scommettendo sul fatto che madre natura sarà generosa quest’anno. L’ultima operazione citata dal quotidiano inglese è quella del gruppo americano Allstate che ha contribuito a portare a quota 3,43 miliardi di euro il controvalore di questo tipo tipo di emissioni da inizio anno. Prima di Allstate era stata la volta di Citizens Property Insurance con un bond record da poco più di 1 miliardo che serve a coprire la compagnia dalle perdite nell’eventualità di un uragano in Florida.

“Le perdite sui ‘cat bonds’ sono state relativamente rare, ma possono esserci anche nel caso in cui il disastro naturale non si verifichi“, avverte il Financial Times. Per esempio un’emissione da 250 milioni di dollari del 2007 di Allstate ha fatto default a causa di un accordo di derivati che è stato colpito dal fallimento di Lehman Brothers.

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