La settimana scorsa i dati dell’Istat hanno certificato che oltre un milione di famiglie vivono con redditi non provenienti dal lavoro. Tra questi c’è poi anche chi non ha alcun reddito e vive solo grazie alle mense della Caritas, al sostegno della Chiesa o al volontariato di alcune associazioni che si occupano di fornire loro un pasto caldo. Li chiamano i “nuovi poveri” e sono persone che, per lo Stato italiano, hanno perso ogni diritto. Fantasmi che vivono addirittura per strada come un signore, incontrato a Reggio Calabria, che dopo anni di lavoro in una raffinerie dorme in un sottopassaggio della stazione: “Ho 7 anni di contributi in meno per cui mi hanno detto che devo aspettare un po’”. Sempre a Reggio, inoltre, un’intera famiglia vive con le 540 euro della pensione di invalidità della figlia malata. Marito e moglie sono disoccupati e fanno la spesa all’Emporio alimentare, una sorta di supermercato dove le famiglie in difficoltà possono “pagare” con una tessera a punti fornita da alcuni volontari: “A noi non pensa nessuno. Sono barzellette quelle che dice Renzi. Ottanta euro sono una miseria. Con quella cifra non compro neanche le medicine per mia figlia che è epilettica”  di Lucio Musolino

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