Da qualche anno in cima alle classifiche dei comuni a maggior presenza di stranieri c’è un piccolo centro dell’Aquilano, San Pio Delle Camere, dove su circa 650 residenti si contano oltre 200 cittadini immigrati. Questa è una delle ragioni che ha spinto le telecamere del Fatto.it fino alla Piana dei Navelli, per vedere come una presenza così significativa in termini percentuali abbia influito sulle abitudini degli autoctoni. Peccato che al mattino il paese sia deserto e tra case in vendita e in ristrutturazione, le poche persone in giro si possono incontrare solo nei bar a ridosso della Statale 17. C’è anche l’ex sindaco Francesca D’Andrea (il comune oggi è commissariato e andrà al voto il 25 maggio) la quale ci spiega che i problemi del paese sono altri: “Qui si pensa soprattutto alla ricostruzione del post terremoto, abbiamo una frazione che ha subito gravi danni”. Ed è proprio a Castelnuovo che si concentra il maggior numero di stranieri, una comunità “ben integrata”, secondo l’ex sindaco. Li abbiamo cercati, gli immigrati, invano. Evidentemente sono pochi quelli che restano a casa durante il giorno, sono soprattutto lavoratori. Manodopera a buon mercato per il settore dell’edilizia, braccianti per le aziende agricole. Uomini e donne che, in tempo di crisi, vengono visti come nemici dagli italiani che faticano a trovare occupazione: “Qui non ci sono regole, è per questo che vengono da noi” e, ancora: “anche mio padre era emigrato in Belgio, ma oggi le cose qui sono diverse, qui non ne abbiamo nemmeno per noi”. A sentire i disoccupati, i disillusi, l’equilibrio tra italiani e non italiani sembra reggersi su basi meno solide di quelle offerte dalle apparenze  di Alessandro Madron

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