Per i ministeri tagli per 240 milioni di euro, invece dei precedenti 200. E tra i destinatari delle sforbiciate entra anche Palazzo Chigi, che nelle prime bozze era escluso. Ogni anno saranno limati di un ulteriore 5% (rispetto alla spesa sostenuta nel 2010) i trasferimenti dal bilancio dello Stato a tutte le amministrazioni pubbliche, escluse Regioni, Province autonome, enti locali e Servizio sanitario nazionale. Lo prevede, secondo quanto riporta l’agenzia Public Policy, la versione definitiva del dl Irpef, bollinata dalla Ragioneria. Il decreto già prevedeva una riduzione delle risorse statali per beni e servizi di 200 milioni di euro per il 2014 e di 300 milioni di euro dal 2015, ma la decurtazione di un ulteriore 5% è una novità introdotta all’ultimo. Le voci di spesa da ridurre per centrare l’obiettivo vanno individuate con decreto del Presidente del consiglio entro 15 giorni dall’entrata in vigore. Il ministero dell’Economia sarà “autorizzato ad accantonare e rendere indisponibili le somme” di risparmio previste. 

Un fondo per rendere strutturale il bonus – Lo sconto Irpef, secondo il testo, sarà di 640 euro, 80 al mese fino a dicembre, per i contribuenti con reddito da 8mila fino a 24mila euro. Esclusi, come anticipato da Matteo Renzi, gli incapienti, mentre da 24mila a 26mila euro il contributo decresce fino a zero. Il bonus è “rapportato al periodo di lavoro nell’anno” e si applica “solo per il periodo di imposta 2014”. Tuttavia – anche questo era stato annunciato dal governo in sede di presentazione del Dl Irpef – sarà confermato per gli anni successivi con provvedimenti da approvare più avanti nel corso dell’anno (probabilmente la legge di Stabilità). Le coperture destinate a finanziare il bonus saranno raccolte in un nuovo “Fondo destinato alla concessione di benefici economici a favore dei lavoratori dipendenti”, che nasce con una dotazione di “1,94 miliardi in termini di saldo netto da finanziare e di 2,7 miliardi di euro in termini di indebitamento netto per il 2015, di 4,7 miliardi per il 2016, di 4,1 miliardi per il 2017, di 2,13 miliardi dal 2018”. Nel complesso il bonus vale 6,6 miliardi a fini dei calcoli del deficit 2014. In termini di cassa, 5,8 miliardi incideranno sul 2014 e 831 milioni sul 2015.

Al 26% anche l’aliquota su conti correnti e depositi – Il primo luglio scatterà l’aumento dal 20% al 26% dell’aliquota sulle rendite finanziarie. Che interesserà anche i dividendi staccati successivamente, le plusvalenze di azioni e fondi, nonché interessi su conti correnti e depositi postali. L’aumento non tocca i titoli di Stato, come Bot e Btp. Dalla misura deriveranno quest’anno 720 milioni di euro, che saliranno a 2,3 miliardi nel 2015 e 2,98 nel 2016. E’ quanto prevede la tabella riepilogativa degli effetti su deficit e fabbisogno.

Da agosto su le tasse sul fumo – Slitta al 15 luglio 2014 il termine (finora fissato al 20 aprile) entro cui l’Agenzia delle dogane con determinazione direttoriale dovrà incrementare il prelievo fiscale sui prodotti da fumo. Gli aumenti avranno decorrenza quindi non più dall’1 maggio 2014 ma dall’1 agosto e per questo le risorse attese non sono più 33 milioni di euro nel 2014 (come già previsto nel dl Cultura) ma 23 milioni.

I tagli alla Rai e alle partecipate – Il testo dispone un taglio di 150 milioni di euro al canone speciale Rai e la previsione di una riforma dell’assetto territoriale delle sedi.  Sul primo punto si legge che “le somme da riversare alla concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo per il 2014” per il canone di abbonamento alle radioaudizioni circolari e alla televisione “sono ridotte di 150 milioni di euro”. Le sedi regionali e provinciali, “fino alla definizione di un nuovo assetto territoriale”, “continuano ad operare in regime di autonomia finanziaria e contabile in relazione all’attività di adempimento degli obblighi di pubblico servizio affidati alle stesse”. Inoltre il decreto prevede che la Rai Spa potrà “cedere sul mercato quote di società partecipate, garantendo la continuità del servizio erogato”. Nelle bozze in questo punto si parlava solo della possibilità di cedere quote di Rai Way. Quanto al taglio dei costi operativi per le società partecipate dallo Stato, escluse le quotate, sarà del 2,5% nel 2014 e del 4% nel 2015.

Nel 2015 da lotta all’evasione 15 miliardi – Confermata la previsione di un aumento di 2 miliardi, nel 2015, delle entrate dalla lotta all’evasione, rispetto a quanto recuperato nel 2013 (13 miliardi). In totale, quindi, l’Erario conta di incassare 15 miliardi. Per quanto riguarda l’anno in corso, invece, “le maggiori entrate strutturali ed effettivamente incassate” sono “valutate in 300 milioni di euro annui dal 2014”. Gli incassi, si legge nel decreto, “concorrono alla copertura degli oneri” del dl Irpef. Entro 60 giorni il governo presenterà alle Camere “un rapporto sulla realizzazione delle strategie di contrasto all’evasione fiscale, sui risultati conseguiti nel 2013 e nell’anno in corso, nonché su quelli attesi”. Dopo di che, anche “sulla base degli indirizzi delle Camere” il governo preparerà il programma per ottenere i 2 miliardi in più attesi dal 2015.

Massimo cinque auto blu. Ma servirà un decreto – Come anticipato in conferenza stampa da Renzi, ogni ministero non potrà avere più di cinque auto blu (auto di servizio ad uso esclusivo). Ma perché questa disposizione diventi effettiva, serve un “decreto del presidente del Consiglio”, emanato “su proposta del ministro per la Semplificazione e la Pubblica amministrazione, di concerto con il ministro dell’Economia e delle finanze” che fissi appunto il tetto massimo di auto blu per dicastero. E nel decreto non è fissata nessuna data entro cui questo Dpcm debba essere emanato. Il dl Irpef stabilisce inoltre, come anticipato, che sarà a partire dal 1° maggio 2014 che le amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione, le autorità indipendenti (compresa la Consob), e le controllate delle Pa dovranno ridurre del 70% rispetto al 2011 la spesa per l’acquisto e la manutenzione di auto blu e per i buoni taxi. Un limite di spesa che però “può essere derogato, per il solo anno 2014, esclusivamente per effetto di contratti pluriennali già in essere”. 

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