Parte la privatizzazione di Fincantieri. Una quota vicina al 50% del gruppo cantieristico – controllato dalla Cassa depositi e prestiti attraverso la controllata Fintecna – sarà quotata in Borsa. Lo riporta il Corriere della Sera, scrivendo che la decisione è stata presa poco prima di Pasqua, quando il presidente Vincenzo Petrone ha firmato una convocazione di assemblea ordinaria e straordinaria il cui ordine del giorno comprende, al primo punto, la “domanda di ammissione delle azioni della società a quotazione sul mercato telematico azionario”, uno dei comparti di Borsa Italiana. L’assemblea, che si riunirà a Trieste il 5 maggio, dovrà poi varare un aumento di capitale per un massimo di 600 milioni a servizio dell’offerta pubblica di sottoscrizione (cioè la quotazione attraverso emissione di nuove azioni).

Oggi il 99,36% del gruppo guidato da Giuseppe Bono, che costruisce grandi navi e yacht nei cantieri di Monfalcone, Marghera, Genova, Napoli e Palermo, è in mano pubblica. Mentre il resto del capitale è suddiviso tra alcune decine di piccolissimi soci italiani più Citibank. Il primo progetto di parziale cessione dell’azienda risale al secondo governo Prodi (2007) e naufragò per l’opposizione di sindacati e organizzazioni di categoria. Ora, come è noto, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan intende procedere rapidamente con le privatizzazioni, a partire da quelle di Poste, Enav, Fs e, appunto, Fincantieri.

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