Moretti a Finmeccanica? E’ l’ennesimo schiaffo che riceviamo”. Per Daniela Rombi e per gli altri familiari delle vittime della strage ferroviaria di Viareggio, la nomina dell’ex amministratore delegato di Ferrovie dello Stato al vertice del colosso della difesa è un fulmine a ciel sereno. “Pensavamo che il presidente del Consiglio Renzi non arrivasse a tanto. Ci sentiamo ancora più soli e abbandonati da tutti: dalla politica, dai media e perfino dai sindacati. Ma ormai ci siamo abituati, è così da cinque anni”. E’ così dalla sera del 29 giugno 2009, racconta il presidente dell’associazione il Mondo che vorrei a ilfattoquotidiano.it: “Da quando quel maledetto treno carico di gpl deragliò, e la miscela di fuoco e gas uccise a soli 21 anni mia figlia Emanuela e altre 31 persone”. 

Voi fin dal giorno dopo la strage avete chiesto le dimissioni di Mauro Moretti dai vertici di Ferrovie, non siete soddisfatti adesso che verrà sostituito?
Assolutamente no. In primo luogo perché Moretti ha già fatto sapere che come suo successore vorrebbe Michele Mario Elia, già amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana e suo fedelissimo. E questo significa che la gestione Moretti non terminerà con la sua uscita di scena. Ma soprattutto siamo sconcertati perché pensiamo che un signore imputato nel processo in corso a Lucca per disastro ferroviario, incendio e omicidio colposo debba essere mandato a casa seduta stante, e non premiato con un incarico di maggior prestigio e uno stipendio più alto.

Nonostante le vostre accuse, Moretti è stato confermato alla guida del gruppo da Berlusconi, Letta e nominato Cavaliere del Lavoro nel 2010 dal presidente della Repubblica. Qualche merito dovrà pure averlo?
L’unico ‘merito’ che il signor Moretti ha è quello di aver messo a tacere chi dissentiva dal suo operato come nel caso del sindacalista Ricardo Antonini. L’altro ‘merito’ che Moretti ha è quello di aver attuato tagli alla sicurezza risanando così i bilanci. Tutto a discapito dei lavoratori e dei cittadini. Alla politica questa linea piace, è per questo che ha sempre assolto l’ingegner Moretti che è gradito tanto a destra quanto a sinistra. Dirò una frase banale, ma sono tutti uguali.

Avevate riposto qualche speranza in Matteo Renzi?
Personalmente sì. Ho scritto al presidente del Consiglio quando il nome di Moretti spuntò fuori come possibile candidato al ministero dello Sviluppo economico, lo pregai di non compiere quella scelta. Pensai che, pur non rispondendomi, mi avesse ascoltata. Rimasi piacevolmente sorpresa anche per la fermezza che dimostrò durante la polemica che ebbe proprio con l’ad di Ferrovie riguardo agli stipendi dei manager di Stato. Ma la nomina a Finmeccanica è la dimostrazione che al di là delle belle chiacchiere, Renzi è tale e quale a quel Partito democratico che dice di voler rottamare. Renzi è riuscito a fare peggio dei suoi predecessori, che hanno sempre rinnovato l’incarico a Moretti.

Scriverà di nuovo al premier?
Sì, gli scriverò per chiedergli un incontro. Vediamo se questa volta si degnerà di rispondermi.

Dite di sentirvi abbandonati, è possibile che in questi anni dalle istituzioni nessuno vi abbia dimostrato vicinanza?
Certo, qualcuno c’è, ma si tratta di eccezioni. Il presidente della Provincia di Lucca Stefano Baccelli, ad esempio, è sempre stato al nostro fianco, sempre in prima fila alle udienze e tra i primi a costituirsi parte civile. Così come la senatrice democratica Manuela Granaiola. Per il resto, a cominciare dall’ex presidente del Consiglio Enrico Letta che non ha costituito lo Stato parte civile al dibattimento, la politica ci ha voltato le spalle. Ma anche i mezzi di informazione, a parte qualche voce fuori dal coro, non si sono interessati alla strage di Viareggio.

A cosa è dovuto questo disinteresse?
Il gruppo Ferrovie esercita un grande controllo sui principali mezzi di informazione. I soldi e la pubblicità sono potenti armi di ricatto.

Proprio lei, recentemente, al congresso nazionale della Filt-Cgil ha attaccato duramente il sindacato, perché?
Perché hanno invitato Mauro Moretti, salvo poi annullare l’incontro perché avevamo annunciato la nostra presenza, e questo, per l’ingegnere, poteva rappresentare un fattore di disturbo. Come può il sindacato, che dovrebbe difendere i diritti degli ultimi, dare spazio a un personaggio come Moretti che ha definito la morte di 32 persone “uno spiacevolissimo episodio”. Noi non vogliamo che questo tipo di sindacato, fatto di persone che stanno lì solo per prendere uno stipendio, stia al nostro fianco. Come non vorremmo più vedere i politici piangere lacrime di coccodrillo per la prossima strage che avverrà in questo Paese, perché è proprio la loro politica a far sì che avvengano disastri come la ThyssenKrupp, la Concordia e la strage del 29 giugno 2009. La nostra associazione si chiama il Mondo che vorrei. Ecco, il mondo che immaginiamo noi non è il loro.

Spera che Moretti si presenti al processo?
Francamente non ci interessa vederlo, vogliamo solo che venga fatta giustizia.

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