Non è solo un capriccio da nostalgici dei vecchi treni a vapore. È qualcosa di più e di diverso, è la volontà di proporre modelli alternativi di turismo, un turismo slow, un turismo che mette al centro il paesaggio, la sostenibilità, ma anche il recupero della memoria. L’esperienza del Trenonatura di Siena e di molte altre realtà che puntano al recupero dei tracciati ferroviari dismessi per trasformarli in risorse per il turismo è una buona pratica che si va sempre più diffondendo nel Belpaese. Grazie anche all’iniziativa da Co.mo.do, (Confederazione Mobilità Dolce) una rete che riunisce associazioni attive sul fronte del turismo sostenibile, della mobilità dolce, del ciclo-turismo e del trekking, che ogni anno organizza la Giornata delle Ferrovie dimenticate, in cui i treni a vapore tornano a sbuffare, antichi tracciati ferroviari vengono ripercorsi in bicicletta, a piedi o cavallo, scali, stazioni, gallerie ritornano a nuova vita.

Le linee ferroviarie minori, come un sistema nervoso geografico, mettevano in comunicazione l’Italia dei piccoli centri, degli entroterra più profondi, con i grandi nodi della comunicazione. Un patrimonio di oltre 6mila chilometri di binari, sovente in zone baciati dalla bellezza di paesaggi unici, divenuti “rami secchi,  e quindi dismessi, o in fase di progressiva dismissione, perché anti-economici.

A Siena, da qualche anno, una lodevole sinergia tra enti pubblici e volontariato ha portato alla rinascita di un tratto ferroviario che attraversa uno dei paesaggi più belli e inconfondibili del nostro Paese, la Val d’Orcia: la Provincia di Siena in collaborazione con Trenitalia e con il supporto fondamentale dei volontari di Fvo, (Ferrovie Val d’Orcia) è riuscita a “resuscitare” la Siena-Asciano-Monte Antico-Buonconvento-Siena dismessa nel 1994 per il calo di traffico.

I volontari sono quasi tutti ex ferrovieri, con le loro mogli e i figli: si occupano della vendita dei biglietti, dell’assistenza ai clienti e fanno da guide ai tantissimi visitatori, che si fanno cullare volentieri dal ritmo lento della sbuffante locomotiva “610”, che si fanno stupire dai paesaggi punteggiati di vigneti, cipressi, antichi casali, dai meravigliosi colpi d’occhio sulle erosioni dei calanchi delle Crete senesi. Scorci e paesaggi che ripagano ampiamente della scomodità dei sedili in legno delle vecchie carrozze “Centoporte”. Poi, naturalmente, ai piaceri della vista si abbinano volentieri quelli del palato, visto che tutte le uscite del Trenonatura prevedono soste golose con le eccellenze enogastronomiche del territorio.

Tutto questo – visto che il prossimo lunedì, Pasquetta, non uscirà Il Fatto del Lunedì e quindi anche la mia consueta rubrica di segnalazioni “Paesi Tuoi” – per darvi un suggerimento per questi giorni di festa, se siete in zona, ma non solo. Il Treno Natura sbufferà il 25 aprile per andare alla scoperta della Val d’Orcia e e della Rocca di Castiglion d’Orcia e il 1 e 4 maggio per la “maggiolata” di Sant’Angelo Cinigiano, nelle terre del brunello. Altro che rami secchi.

Colonna sonora “I treni a vapore”, Fiorella Mannoia

 

Articolo Precedente

Sesso e sentimenti, serve l’educazione a entrambi

next
Articolo Successivo

Sanità, chi affronta corruzione e sprechi?

next