Marcegaglia BuildTech, che produce lamiere e pannelli in acciaio per l’edilizia, chiuderà entro fine anno lo stabilimento di viale Sarca, a Milano. E chiede ai 169 addetti, per mantenere il posto, di trasferirsi nella sede di Pozzolo Formigaro, in provincia di Alessandria, a un centinaio di chilometri dal capoluogo lombardo. “Nell’incontro che si è svolto questa mattina la direzione aziendale ha comunicato, a sorpresa, la sua intenzione di chiudere il sito: se non fate troppo casino, a settembre-dicembre, se invece provate a metterci i bastoni tra le ruote, subito”, ha denunciato la Fiom Lombardia. “Dopo aver licenziato i lavoratori di Taranto che operavano nel settore del fotovoltaico e pannelli il già presidente di Confindustria, oggi presidente di Eni (Emma Marcegaglia, ndr), decide di trasformare la fabbrica milanese in area dismessa”. “Un’area che, guarda caso, si trova al centro del Bicocca Village, zona assai gettonata dal punto di vista edilizio”, aggiunge il sindacato, riferendosi al centro commerciale che sorge alla fine di viale Sarca, nell’ex area industriale a ridosso di Sesto San Giovanni. Dallo stabilimento milanese escono pannelli, profilati e coperture per i tetti che vengono utilizzati in sostituzione dell’amianto. La fabbrica in provincia di Alessandria, invece, produce guardrail e pannelli portone. Secondo la Fiom-Cgil, la decisione del trasferimento “è assolutamente inaccettabile, perché prima di tutto i lavoratori dovrebbero trasferirsi in massa a 120 chilometri di distanza con problemi logistici e organizzativi non di poco conto” e poi “a Pozzolo Formigaro sono già previsti una quarantina di esuberi da parte della Marcegaglia Spa”, afferma Mirco Rota, coordinatore nazionale gruppo Marcegaglia per la Fiom.

“Non c’è nessuna chiusura dell’attività dello stabilimento di Marcegaglia Buildtech di viale Sarca a Milano”, è la posizione ufficiale del presidente della società, Fabrizio Prete. “La produzione continuerà a Pozzolo Formigaro proprio per salvaguardare il posto di lavoro ai nostri 167 dipendenti”. Secondo Prete, la decisione è stata presa “con grande senso di responsabilità sociale proprio per garantire l’occupazione in un momento di grande crisi per il settore della siderurgia e dell’edilizia industriale in particolare”. Il trasferimento della produzione e dei lavoratori a Pozzolo sarà effettuato nei prossimi mesi. “Sempre che l’attività – sottolinea la società – non venga bloccata causando perdita di ordini e clientela”.

Articolo Precedente

Lavoro, la rovina del Jobs Act

next
Articolo Successivo

Fiat Pomigliano, operai “impacchettati” chiedono reintegro dopo cinque anni di Cig

next