Mosca e la Nato ricominciano a fronteggiarsi sul fronte ucraino. Questa volta l’oggetto del contendere sono immagini satellitari diffuse dal comando dell’alleanza atlantica che dimostrerebbero la presenza massiccia di truppe russe vicino al confine ucraino. Ma il Cremlino contesta quelle foto. Secondo un alto ufficiale dello Stato maggiore dell’esercito russo quelle immagini risalgono infatti alle esercitazioni militari dell’agosto 2013. In una delle foto si vede una fila di aerei da caccia parcheggiati lungo la pista di un aeroporto. Ma, secondo la fonte, si tratta di foto scattate otto mesi prima: “Quegli scatti, distribuiti dalla Nato, mostrano unità delle forze armate russe nel distretto militare meridionale, che hanno preso parte a varie esercitazioni la scorsa estate, anche vicino al confine ucraino”. Per contro la Nato difende l’autenticità delle immagini. In una nota annuncia che distribuirà nuove immagini “allo scopo di mostrare chiaramente che le pretese degli ufficiali russi”, secondo i quali le foto risalirebbero a otto mesi fa, “sono categoricamente false”. Il comando Nato afferma che il dispiegamento russo è cominciato “ai primi di marzo” e sottolinea che le immagini diffuse sono pubbliche e provengono dalla costellazione di satelliti DigitalGlobe. Nella nota dello Shape (il Supreme Headquarters Allied Powers Europe) c’è un riferimento a ufficiali russi, secondo i quali le foto diffuse dal comando Nato sarebbero dell’agosto 2013, si riferirebbero a esercitazioni e sarebbero “categoricamente false”. Le nuove immagini che lo Shape diffonde sono anch’esse prese dai satelliti DigitalGlobe (disponibili pubblicamente) “e mostrano le stesse zone prima dell’accumulo di forze militari”, si legge in un comunicato. “Alcune delle fotografie sono del 2013, altre dei primi mesi del 2014 e dimostrano che le zone non erano occupate prima del marzo 2014 – prosegue la nota – Non c’è alcuna prova di attività militari in quelle aree nel 2013 o all’inizio del 2014”. E poi: “Confrontando le immagini diffuse da Shape è chiaro che l’accumulo di forze è avvenuto ai primi di marzo del 2014”.

Oggi tornano a parlare anche le diplomazie. Da una parte la Russia. Il ministro degli Esteri Serghiei Lavrov: “La stabilità europea è minacciata dall’aumento dei sentimenti antirussi legati alla crisi ucraina, sullo sfondo della crescita nel vecchio continente del razzismo, della xenofobia, dell’ultranazionalismo e della compiacenza verso manifestazione neonaziste”. “Oggi l’istigazione di sentimenti anti-russi sullo sfondo della crescita in molti paesi europei del razzismo, della xenofobia, di gruppi ultra nazionalisti e della compiacenza verso manifestazioni neonaziste, in Ucraina o altrove, rappresentano una minaccia evidente per la stabilità europea”, ha aggiunto Lavrov. Dall’altra parte il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha parlato con la cancelliera tedesca Angela Merkel e ha “sottolineato – spiega la Casa Bianca – la necessità che gli Stati Uniti e l’Unione Europea e gli altri Paesi partner si preparino a rispondere ad una ulteriore escalation russa (in Ucraina) con nuove sanzioni”. Nel corso del colloquio telefonico Obama e Merkel hanno parlato “della preoccupante situazione nell’Ucraina orientale, dove separatisti russi, apparentemente con il sostegno di Mosca, continuano ad orchestrare una campagna di incitamento e sabotaggio per minare e destabilizzare lo Stato ucraino”. I due leader, continua la nota, hanno di nuovo ribadito la necessità che “la Russia ritiri le sue truppe dalla regione di confine” e “hanno discusso questioni relative all’imminente incontro dei ministri degli esteri di Ucraina, Russia, Stati Uniti e dell’alto rappresentante dell’Unione Europea”.

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