John Elkann non ci sta a dover mettere ancora soldi nella Stampa, il quotidiano torinese di casa Agnelli. E ha messo davanti a un bivio i responsabili dell’editrice che fa capo al gruppo Fiat, il direttore Mario Calabresi e i giornalisti: o si imbocca la strada del pareggio di bilancio oppure partiranno nuovi tagli. A spingere il presidente della casa automobilistica a prendere una posizione così netta sono le stime aziendali che prevedono per il giornale una chiusura d’esercizio 2014 in rosso per 4-5 milioni di euro. La proiezione è stata fatta partendo dall’andamento della testata nel primo trimestre di quest’anno: le vendite sono calate del 5-6% e le inserzioni del 14% circa, in linea con l’andamento del mercato pubblicitario per i quotidiani italiani, stando agli ultimi dati dell’Osservatorio della Federazione concessionarie pubblicità.

Ma a Elkann proprio non va giù l’idea di dover mettere mano al portafoglio – per il terzo anno consecutivo – per coprire le perdite del giornale. E’ da tempo, infatti, che il nipote dell’avvocato Gianni Agnelli cerca d’imporre la linea del risanamento dei conti senza riuscirci: il 2012 si è chiuso con una perdita netta di 27 milioni di euro (di cui circa 13 milioni imputabili alla Stampa e 14 milioni alla concessionaria pubblicitaria del gruppo, Publikompass), mentre per il 2013, in attesa dei dati definitivi, è atteso un rosso di 13 milioni per il solo quotidiano. Un trend negativo che Elkann vuole fermare, tanto più ora che come primo azionista di Rcs, con oltre il 20%, ha appoggiato anche nel gruppo del Corriere della Sera la politica di tagli portata avanti dall’a.d. Pietro Scott Jovane.

Il ridimensionamento della concessionaria Publikompass è già a buon punto: l’incarico per le inserzioni nazionali è passato a Rcs Pubblicità, mentre la rete di vendita è stata ridotta e si occuperà solo delle inserzioni locali in Piemonte e Liguria. Con la conseguenza che 179 dipendenti, oltre il 70% dell’intera forza lavoro secondo quanto dichiarato lo scorso febbraio dai sindacati, sono oggi in mobilità. Quindi al presidente Fiat non resta che intervenire sulle spese del giornale. La Stampa è già in stato di crisi e solo il prossimo settembre finirà di prepensionare tutti e 32 i giornalisti previsti. L’idea di Elkann era di arrivare al pareggio proprio grazie al ricorso agli ammortizzatori sociali, unito a risparmi sui costi generali e allo snellimento delle edizioni locali della Stampa. La crisi del mercato pubblicitario e la fuga dei lettori hanno fatto svanire quell’illusione e, se le due voci di ricavi non riprenderanno a crescere, in redazione si aspettano che la scure cali ancora. Allo studio ci sono, per esempio, una riduzione della foliazione del quotidiano e la cancellazione delle indennità di trasferta ai giornalisti. Alla luce dei conti sembra incrinato anche l’idillio tra il presidente Fiat e il direttore Calabresi, dato più volte in partenza per il vertice del Corriere della Sera al posto di Ferruccio de Bortoli.

Articolo Precedente

Il Messaggero, Caltagirone licenzierà 5 giornalisti. Anche se lo stato di crisi lo vieta

next
Articolo Successivo

Masterpiece, più letteratura e meno Superenalotto

next