I grandi terremoti potrebbero essere scatenati anche dalla presenza di acqua, intrappolata sotto pressione tra le placche tettoniche, come è avvenuto per il terremoto di magnitudo 8,8 che ha colpito il Cile nel 2010 (nella foto le conseguenze, ndr)

La scoperta, pubblicata sulla rivista Nature Geoscience, si deve ai ricercatori del centro di ricerca tedesco per le geoscienze GFZ e dell’università britannica di Liverpool. Secondo gli autori, l’acqua intrappolata al confine tra due placche ha un’influenza cruciale nel processo che innesca i terremoti e la scoperta potrebbe aiutare a calcolare il potenziale sismico al confine fra due placche. L’evento sismico in Cile durò tre minuti provocò 800 morti e danni ovunque nel paese. Tra le conseguenze anche lo spostamento dell’asse di rotazione terrestre e e un accorciamento permanentemente delle giornate di 1,26 millisecondi.

Il risultato è stato possibile analizzando i dati acquisiti poco prima del grande terremoto che ha colpito il Cile nel febbraio 2010. I ricercatori hanno combinato osservazioni da Gps, interferometria radar, analisi delle rocce, con cui è stata realizzata una mappa dettagliata del confine delle placche del Pacifico e del Sud America, in cui è avvenuto il terremoto.

“Per la prima volta, abbiamo mappato, a una risoluzione senza precedenti, la distribuzione della pressione dell’acqua tra due placche, mostrando che questa controlla l’accumulo e il successivo rilascio di energia sismica” rileva Onno Oncken, del centro GFZ. È stato scoperto che accumulo e successivo rilascio di energia sismica sono promossi dalla pressione del fluido nei pori delle rocce poste in profondità. Secondo gli autori, nel caso del terremoto in Cile, la variazione di pressione dell’acqua nei pori è collegata all’acqua oceanica accumulata in una zona di frattura nella placca del Pacifico. Quando questa è scivolata sotto la placca del Sud America, l’acqua intrappolata al confine della placca sovrastante ha fatto aumentare la pressioni dell’acqua nei pori delle rocce. Questo processo, che ha preceduto il terremoto del Cile, secondo gli autori, è responsabile dell’elevata intensità del sisma che si è verificato e del conseguente tsunami.

La notizia su Nature

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